Medico sull’ambulanza, Fabio Lapisti (Pubblica Assistenza): “E’una presenza che manca”

“L’infermiere difficilmente lascia il malato a casa ma lo porta al pronto soccorso, il problema è che così si crea il tappo e a noi tocca attendere qualche ora prima di consegnare il paziente ai sanitari, avere indietro la barella e tornare a fare servizio e tocca stare fermi al policlinico Le Scotte. Il medico spesso valutava il paziente e lo poteva anche fare rimanere nel suo letto prescrivendogli la cura adeguata. Il punto fondamentale è che con il medico si evitano intasamenti “. Così ha parlato il presidente della Pubblica Assistenza Fabio Lapisti , a margine della presentazione della festa sociale dell’associazione (link qui), esprimendo il suo parere sul ritorno del medico a bordo delle ambulanze nel territorio sanitario senese. I sei professionisti che verranno coinvolti, lo ricordiamo, sono tutti neolaureati e si formeranno per garantire una risposta necessaria ed in sicurezza. Per la conclusione del progetto si era parlato dell’anno prossimo, servirà un po’ di tempo all’Asl sud est prima di fare le dovute valutazioni sul numero degli accessi alle Scotte e decidere se proseguire con l’ambulanza ‘medicalizzata’.

Fabio Lapisti, presidente Pubblica Assistenza Siena

La novità era stata introdotta ufficialmente dal direttore generale dell’azienda sanitaria locale dell’Area Vasta Antonio d’Urso in una conferenza stampa nel mese di luglio. Una novità che ha dato vita, nelle settimane subito successive, a ripetute polemiche . ” Si sceglie, con un’azione populista, di tornare ad un passato che non esiste più” . Questo è stato scritto dalla Cgil in una nota stampa (link qui). Sul piede di guerra anche l’Ordine delle professioni infermieristiche di Siena il cui presidente Michele Aurigi ha chiesto, in un comunicato (leggi qui), di fare maggiore chiarezza su questa situazione. L’idea di avere il medico a bordo nell’ambulanza sembra però piacere al presidente della locale Pubblica Assistenza. ” Alle Scotte ci sono delle giornate in sui siamo bloccati lì – prosegue Lapisti – : tante barelle, tante ambulanze di tutte le associazioni provinciali ferme ad aspettare, questo è il dramma. Un problema che talvolta si ripresentava anche con il medico al bordo però, in futuro, qualche paziente potrebbe essere tenuto nella propria abitazione”.

Marco Crimi