Ambulanze con medico, protesta della Cgil e dell’Ordine degli infermieri: “Prevalsi luoghi comuni”

Michele Aurigi ,Giovanni Grasso e Nicola Draoli presidenti dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Siena, Arezzo e Grosseto hanno scritto un nota congiunta in merito alla reintroduzione dell’ambulanza medicalizzata (leggi qui). Nel comunicato i tre hanno puntualizzato che :” l’ambulanza infermierizzata è definita dalla normativa vigente come ‘mezzo di soccorso avanzato’: affermare che l’attuazione di questo modello abbia compromesso i requisiti del DM 70 è una falsità e deve essere sottolineato con chiarezza”.

“La funzione di ‘filtro’ non è compito del servizio di emergenza, così come normato in Toscana dalla L.40/2005 che invitiamo a leggere – continua la nota congiunta-. Inoltre i dati degli ultimi due anni parlano chiaro e dicono questo: la differenza tra i due modelli ha portato a uno (dicesi uno!) accesso in più al giorno al Pronto Soccorso delle Scotte (peraltro possiamo immaginare che si tratti di pazienti da codice verde, perché se il medico lascia a casa pazienti da codice giallo o rosso, ci sarebbe di che preoccuparsi). Vogliamo sperare che non sia questo a determinare sovraffollamento. La sinergia tra professionisti passa proprio da reti ed integrazione; l’ambulanza infermierizzata risponde a pieno a tale requisito, gestendo in autonomia i casi gestibili, ma facendo riferimento al medico di centrale (che peraltro è lì per quello) e all’automedica quando necessario, valorizzando proprio il ruolo dello stesso medico”

“Queste cose le abbiamo dette anche all’assessore Appolloni in tempi non sospetti, ma evidentemente non siamo riusciti a farci comprendere o comunque i luoghi comuni hanno prevalso – prosegue il comunicato -.Al DG D’Urso riconosciamo l’onestà intellettuale di aver affermato, dati alla mano, che il modello “ambulanza infermierizzata” su Siena ha funzionato e funziona, ma in virtù di questo ci saremmo aspettati una risposta diversa, tanto più che – questo è stato omesso – il modello è ben presente, radicato e funzionante (12 ambulanze in tutto) nelle altre due province della AUSL sud-est. Chiederemo all’assessore Saccardi se pensa che il sistema sanitario toscano debba reggersi su evidenze e ricerca di appropriatezza, o focalizzarsi su personalismi e luoghi comuni”.

Sempre sulla questione delle ambulanza con medico a bordo è intervenuta pure la Cgil Funzione pubblica sempre in una nota congiunta

“A Siena la Ausl Toscana Sud Est abbandona il modello toscano dell’emergenza urgenza – inizia così la nota della Cgil -.Eliminate le ambulanze “India” (la I definisce la presenza dell’Infermiere specialista in emergenza). Si inseriscono medici non specialisti in emergenza. Come FP CGIL siamo nettamente contrari a questa scelta anacronistica; in un momento in cui i medici mancano nei Pronto Soccorso, si sceglie, con un’azione populista, di tornare ad un passato che non esiste più. Oltretutto senza alcuna evidenza scientifica di miglioramento.Crediamo che il Direttore Generale, inseguendo le istanze politiche di un Comune, apra un precedente pericoloso, sotto tutti i punti di vista”.