La nuova frontiera nella gestione delle risorse: il “Lean thinking”

Si è parlato di “Lean thinking” giovedì scorso all’auditorium di ChiantiBanca

La filosofia del “Lean thinking” punta all’eliminazione degli sprechi, a incrementare le attività a valore aggiunto, a rendere efficienti i sistemi di organizzazione e il coordinamento tra le persone e i diversi livelli di una struttura.

Il workshop dedicato a questa metodologia aziendale, andato in scena giovedì 24 novembre nell’auditorium di ChiantiBanca a Fontebecci, è stato l’occasione per approcciarsi con una panoramica a tutto tondo a questo innovativo modello gestionale, ancora non molto conosciuto in Italia. Ma cosa è, realmente, il “Lean Thinking”? È una filosofia organizzativa ideata da Toyota dopo la seconda Guerra Mondiale: il Giappone, stremato dal conflitto, si trovava di fronte a una crisi economica senza precedenti, in cui le materie prime erano difficili da reperire, il mercato ristretto e le risorse economiche scarse.

«Con le dovute distinzioni – spiega Alessandro Bacci, coordinatore scientifico Luiss Lean Lab – non era molto diverso dallo scenario che le imprese italiane si trovano ad affrontare oggi, anche senza aver subito una guerra. La “lean” ha creato modalità gestionali che hanno permesso alla Toyota di diventare grande. In Italia si parla spesso di lean production ma è limitativo: non si fa lean solo in produzione, la si può usare dovunque ci sia un’organizzazione in cui persone e livelli diversi devono dialogare».

Anche in banca. «La filosofia di “pensare snello” come sinonimo di efficienza e metodologia di gestione finalizzata a ridurre gli sprechi – afferma Claudio Corsi, vicepresidente vicario di ChiantiBanca – ha una validità intrinseca: il risparmio genera competitività, aziona meccanismi di rinforzo dentro le organizzazioni, libera risorse da destinare ad altri obiettivi. Oggi esiste una diffusa resistenza al cambiamento, ma è soltanto abbandonando ogni forma di resistenza che si adottano buone pratiche. Chiaramente, innovare non significa non tenere conto dei valori e delle pratiche tradizionali. Le banche hanno il compito di operare un’efficiente allocazione delle risorse e questo aspetto, da un punto di vista gestionale, ha assunto in tempi recenti un significato sempre più rilevante: ecco che, allora, ragionare in termini di efficienza è un dovere ineluttabile da parte di ogni amministratore che sia attento e responsabile».

Il workshop – cui hanno partecipato molti auditori interessati – è stato arricchito da contributi operativi e concreti, arrivati da due importanti aziende del territorio toscano che da anni attuano strategie di “Lean Thinking”, GSK e General Electric.

«La lean – afferma Claudio Calabrese, quality lean six sigma team di General Electric – dà ordine ai processi, è un’attività molto razionale che, una volta acquisita, arricchisce la professionalità delle persone. E si può fare in qualsiasi organizzazione, perché quando parliamo di mettere il cliente al centro, non ci riferiamo solo al cliente finale ma anche al collega che dovrà usufruire della mia attività».

«Il “Lean Thinking” – aggiunge Gianluca Fioravanti, head of packaging and qarehouse operations in GSK – è innanzitutto un approccio mentale alle cose, un’abitudine. Non sempre si possono attuare grandi investimenti, ma i principali miglioramenti strategici che sono stati fatti negli ultimi anni vengono dalle cose piccole e dalle persone».

La lean, dunque, non è solo appannaggio delle multinazionali o delle grandi aziende manifatturiere, così come non è solo una metodologia di abbattimento dei costi produttivi. La filosofia che mira a “fare di più con meno risorse” può essere adottata da ogni tipo di organizzazione, nelle piccole aziende come in banca, nei servizi, in sanità, negli studi associati o addirittura in pizzeria.

Esempi concreti e operativi di queste applicazioni sono scaturiti, infatti, dalla tavola rotonda cui hanno partecipato Pierluigi Tosi, direttore generale Azienda Ospedaliera Senese; Andrea Paolini, direttore generale Toscana Life Sciences; Francesco Espinosa, lean manager Pramac e Marcello Alessandri, membro di giunta della Camera di Commercio di Siena. Tante esperienze reali che hanno contribuito ad accendere i riflettori su un modello innovativo ed efficiente che può aiutare le aziende ad affrontare il presente e guardare il futuro.

In un certo senso, su questo tema Siena è all’avanguardia: dall’incontro tra i dipartimenti di Ingegneria ed Economia dell’Università e l’Azienda Ospedaliera, infatti, è nato il primo master universitario italiano di secondo livello specificatamente orientato al lean management in sanità, arrivato alla terza edizione. “Un raccordo reale tra università e aziende”, come lo definisce Alessandro Agnetis, ordinario di Ricerca Operativa all’Università di Siena.