Santa Croce, l’isola che non c’è (più)

#ingiroconsienanews conclude il percorso fiorentino iniziato con Santo Spirito (lo ritrovate qui), proseguito con San Giovanni (qui) e Santa Maria Novella (qui) con una quarta giornata da trascorrere, magari durante il ponte dell’Epifania, nel Quartiere dei Blu di Santa Croce con i propri gonfaloni Bue (piazza Santa Croce), Lion Nero (San Remigio), Ruote (Sant’Ambrogio) e Carro (Orsanmichele e Palazzo Vecchio).santa croce 4santa croce 4
C’eravamo lasciati sotto le logge di Piazza della Repubblica e per entrare in Santa Croce raggiungiamo Via Calzaioli, giriamo a destra costeggiando la chiesa di Orsanmichele con i suoi Santi protettori delle Arti opere di Nanni di Banco, Donatello, Brunelleschi, Verrocchio, Ghiberti ed entriamo in Piazza della Signoria passando prima da via dei Tavolini e poi da Via dei Cerchi per dare un’occhiata anche alla Casa di Dante. Qui sorgevano le antiche terme, la fullonica e l’antico teatro di epoca romana, le basiliche di Santa Cecilia e San Romolo del periodo paleocristiano, e le roccaforti medievali di parte ghibellina. Sarebbe impossibile raccontare per appunti questa Piazza che ha in Palazzo Vecchio l’edificio di riferimento.

uffizi-21

All’interno dell’attuale sede del Comune, realizzata su progetto di Arnolfo di Cambio e sede del Parlamento italiano nel periodo di Firenze Capitale, hanno lavorato tra gli altri Agnolo Bronzino, Ghirlandaio, Giorgio Vasari, Michelangelo Buonarroti, Donatello e Verrocchio. Uscendo da Palazzo Vecchio ci troviamo di fronte alla loggia dei Lanzi, altro simbolo della Piazza, che rappresenta un unicum mondiale in qualità di galleria d’arte a cielo aperto con opere scultoree originali e di gran valore: una per tutte Il Perseo di Benvenuto Cellini. Entriamo nel piazzale degli Uffizi, da cui si accede ad una delle gallerie d’arte più importanti del mondo: basti ricordare che il museo, ospitato all’interno di quelli che erano i più importanti uffici dello stato toscano edificati nella struttura da Giorgio Vasari nel 1560, ospita capolavori di Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mantegna, Correggio, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, Dürer, Rembrandt, Rubens. Al termine della visita agli Uffizi, che richiede almeno due ore, imbocchiamo via dei Leoni per raggiungere Piazza San Firenze sede del vecchio tribunale cittadino e del Museo Nazionale del Bargello. Il Bargello, sede del Capitano del Popolo e del Podestà prima e poi Palazzo di Giustizia e prigione cittadina, oggi ospita una delle più notevoli collezioni di scultura rinascimentale tra cui opere di Michelangelo, Donatello, Ghiberti, Cellini, Giambologna e Ammannati. Costeggiando la Badia Fiorentina in Via del Proconsolo arriviamo all’altezza di Borgo Albizi che imbocchiamo in direzione del rione di Sant’Ambrogio. Prima di arrivare ci soffermiamo ad immaginare come sarebbe stata la chiesa di San Pier Maggiore, demolita nel 1784 per volere del Gran Duca Pietro Leopoldo, e oggi testimoniata solamente dalla restante parte inferiore della facciata principale. Proseguiamo a dritto e raggiungiamo piazza dei Ciompi attraversando il mercatino permanente di antiquariato che la caratterizza e passando dalla Loggia del Pesce del Vasari, una volta situata nel Mercato Vecchio di Piazza della Repubblica e rimontata nella sua posizione attuale solamente a metà del secolo scorso, raggiungiamo la chiesa di Sant’Ambrogio, simbolo di questo rione e da alcuni anni luogo di ritrovo per giovani fiorentini e studenti della famosa Facoltà di Architettura che in Santa Verdiana ha la proprio sede. Proprio di fronte alla Facoltà di Architettura si estende il più bel mercato alimentare di Firenze. Una semplice passeggiata tra i banchi espositivi regala sensazioni di altri tempi, odori creduti scomparsi, cortesia e confidenza testimoni di un commercio di rione ormai scomparso. Tornando verso la Chiesa imbocchiamo Via dei Pilastri e dopo qualche metro ci lasciamo abbagliare dalla meraviglia del Tempio Maggiore Israelitico.

IMG_4583

La prima pietra per la costruzione della Sinagoga fu spedita da Gerusalemme nel 1874 e nel 1882 il tempio progettato da Marco Treves, fu inaugurato. L’esterno è un giardino esotico verdeggiante da cui si accede da una cancellata in ferro battuto opera del senese Pasquale Franci. Una lapide ricorda i nomi dei 242 ebrei uccisi durante l’assedio nazista. L’interno è l’apoteosi della luce e dell’oro che anche nella policromia rosso blu dei mosaici, inonda la grande cupola, parte orma integrante dello skyline fiorentino. Uscendo dalla Sinagoga continuiamo per Via Farini fino all’incrocio con via della Colonna, giriamo a sinistra ed entriamo in Borgo Pinti voltando a destra per scoprire una piccola sorpresa senese nel cuore di Firenze. In prossimità del numero civico 78r (in corrispondenza dello sbocco di via Laura) c’è un tabernacolo realizzato e donato alla città di Firenze dal senese Cesare Corsi nel 1905.

Tabernacolo dei senesi

Il tabernacolo dei senesi richiama in tutto e per tutto Siena, dalla balzana in evidenza nel timpano, alla iconografia della Vergine che rappresenta una trasposizione in bassorilievo della Madonna del Voto venerata all’interno del Duomo di Siena. Sulla destra rispetto al tabernacolo, percorriamo Borgo Pinti e raggiungiamo nuovamente piazza San Pier Maggiore, proseguiamo a dritto fino a Via Torta, ancora affascinante per il suo andamento che ripercorre quella che era la struttura dell’antico anfiteatro romano ed entriamo finalmente nel luogo simbolo del Quartiere dei Blu: Piazza Santa Croce.

santa croce 3
La Piazza in origine era una vera e propria isola tra due rami dell’Arno che nella zona di Piazza Beccaria si separava per riunirsi nei pressi di via de’ Benci. La basilica, parte del convento francescano fondato a metà del 1200, era quindi circondata da entrambi i lati dall’acqua dell’Arno; tutto questo fino alle opere di bonifica di un secolo più tardi quando, a causa dell’aumento della popolazione e del forte richiamo che avevano le quotidiane prediche dei francescani, venne deciso di unire Santa Croce alla terra ferma. Oggi la basilica di Santa Croce è soprattutto famosa, oltre che per il corredo artistico, per essere il luogo di sepoltura di numerose personalità e artisti italiani: Michelangelo, Galileo, Machiavelli sono tra le più celebri ad essere qui sepolte. Fu edificata a spese della popolazione della Repubblica fiorentina su progetto di Arnolfo di Cambio e consacrata solo nel 1443 dopo quasi due secoli di lavori ad eccezione della facciata che fu terminata solamente nel 1863. Santa Croce, oltre ad essere entrata nel mito internazionale dopo la famosa sindrome che al suo interno colpì lo scrittore Stendhal, è sfortunatamente nota per le grandi perdite che subì a causa dell’alluvione del 4 novembre 1966. Il quartiere di Santa Croce nella zona della Piazza fu infatti la zona più colpita con il record di altezza delle acque dell’Arno raggiunto proprio all’incrocio con Via Verdi.

ScroceAlluvionata

Oltre alle numerose opere d’arte di valore inestimabile presenti all’interno della basilica, da segnalare è il chiostro esterno che introduce alla Cappella dei Pazzi, capolavoro rinascimentale di Filippo Brunelleschi. Torniamo sulla Piazza che a giugno si anima grazie alla sfida dei Rossi, dei Blu, dei Bianchi e dei Verdi all’interno del tradizionale Calcio Storico e attraverso via Magliabecchi andiamo in direzione dell’Arno e ci soffermiamo di fronte alla facciata della Biblioteca Nazionale luogo simbolo di quegli angeli del fango che nel 1966 misero al sicuro circa 5.948.235 volumi a stampa, 2.703.899 opuscoli, 24.991 manoscritti, 3.716 incunaboli, 29.123 edizioni del XVI secolo e oltre 1.000.000 di autografi di cui la biblioteca dispone e che la rende la raccolta nazionale più importante. Percorriamo per l’ultima volta il lungarno in direzione del centro di Firenze fino a trovarci di fronte al Museo Galieo Galilei che costeggiamo fino al loggiato del piazzale degli Uffici. Percorriamo il colonnato vasariano e giriamo a sinistra in Via Lambertesca. Dopo pochi metri sempre sulla sinistra, Via dei Georgofili.

IMG_4589

Un ulivo ed una targa ricordano quella maledetta notte tra il 26 ed il 27 maggio 1993 quando la mafia arrivò con il proprio esplosivo al cuore dell’arte, della cultura, della tradizione, della storia mondiale colpendo la bella Firenze, figlia di Atene e madre di Parigi e simbolo della Bellezza per tutto un mondo che verso di lei continua a guardare.

 

Abbiamo provato per voi:

Una colazione a:
L’Arte del Sogno, Borgo la Croce un angolo di Parigi a due passi da Piazza Beccaria, la torta di carote con cannella è una rarità di gusto difficile da trovare. Le tisane ed i tè da tutto il mondo, l’eccellente caffè e per finire scoprite di trovarvi in un mobilificio dove dai divanetti alle sedie, dagli sgabelli ai tavolini tutto è acquistabile. Se hai tempo scrivi un bigliettino e legalo all’albero dei sogni….chissà che il desiderio non si avveri!

Un pranzo a:
Trattoria Il Giova, Borgo La Croce la cucina fiorentina abbinata alla cortesia ed alla disponibilità dei proprietari. Ottimo il fritto e l’abbinamento dei fiori di zucca con i formaggi. Proprio accanto al mercato di Sant’Ambrogio, questo piccolo locale, è diventato un punto di riferimento per tutti i fiorentini lavoratori della zona.

Una merenda aperitivo a:
Le Murate Caffè letterario, Piazza delle Murate situato all’interno del complesso delle Murate, l’ex carcere di Firenze ristrutturato grazie alle linee guida di Renzo Piano, questo locale che si apre naturalmente tra interni ed esterni, rappresenta un luogo di incontro tra varie esperienze culturali. Qui si parlano il mondo della letteratura, della musica, del cinema e delle arti abbinando il tutto ad una proposta enogastronomica di livello.

Una cena a:
La Buchetta, Via dei Benci locale di alto livello dove la carne la fa da padrona; accompagnata da una selezione di vini toscani, rappresenta il piatto forte del ristorante che, aperto appena due anni fa, è già un riferimento per la qualità dell’offerta gastronomica mixata ad una cordialità tutta fiorentina che rompe lo schema del classico inteso come ingessato e assolutamente formale.

Un po’ di shopping a:
Mercato delle pulci, Piazza dei Ciompi ogni ultima domenica del mese per gli amanti del vintage e del pezzo unico il mercato in piazza dei Ciompi è l’ideale. Abiti, chincaglieria, antiquariato, vinile ed oggetti di ogni tipo e di ogni valore solitamente di ottima qualità.