Gustare Siena: percorso ‘verde’ dalle origini ai sapori

Quando si parla di Siena si fa inevitabilmente riferimento a Piazza del Campo, ma questa imponente piazza è solo una delle tante attrazioni che offre la splendida città del Palio. Se dedichiamo a Siena la giusta attenzione ci rendiamo conto di quanto questa possa offrire e di quanta grandezza ci sia nella sua piccolezza. Perché Siena è un groviglio di piccole strade, tutte da scoprire, tutte da ammirare nella loro eterogenea diversità e da qualunque via, strada, piazza si voglia partire saremo sempre ricondotti alla maestosità di sua “signora” Piazza del Campo.

Vi proponiamo, da oggi, alcuni itinerari alla scoperta di luoghi più nascosti che valgono la pena di esser visti. E abbiamo deciso di cominciare dal nucleo più antico della città: Castelvecchio. Un percorso di luoghi e di piaceri, di gusto, di sorprese inaspettate. Perché Siena è Toscana e Toscana è identità dei cinque sensi, non si prescinde dal bello e dal buono, laddove anche l’enogastronomia a volte è arte allo stato puro.

Il primo tour inizia quindi da Porta Tufi, che domina una splendida area verde dal 1327 o giù di lì.

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Salendo dall’interno di Porta Tufi verso il centro, sulla vostra destra incontrate il cartello che indica gli Orti del Tolomei. Fateci un salto, il panorama vale la pena: nelle belle giornate di sole, da questa terrazza naturale si può vedere anche il Monte Amiata, in lontananza, sfumature di campagna senese a perdita d’occhio. Dall’altro lato, la Basilica dei Servi e uno skyline di Siena con prospettiva ‘back’ rispetto a Piazza del Campo. Qui il silenzio è il rumore più grande. Suggestivo come suggestive sono le sue origini: gli orti coltivati dai frati del convento del Tolomei. L’area oggi è adibita a parco pubblico ma ulivi e alberi da frutto persistono in quest’area che risale a qualche secolo fa: sullo spazio verde si affaccia infatti l’ex convento di Sant’Agostino che nel ‘600 diventò il Collegio Tolomei, guidato dai gesuiti poi, dalla seconda metà del ‘700 dagli scolopi i quali collaborando con l’università concepirono il Collegio come istituto propedeutico per la facoltà di Farmacia. Gli insegnamenti impartiti comprendevano Filosofia naturale, Botanica, Matematica, Chimica e Fisica. Da quel momento, l’antica struttura ha sempre ospitato scuole cittadine, segnando un’area di formazione importante: in poche centinaia di metri si trova infatti gran parte della formazione scolastica, universitaria e di ricerca.

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Proprio in quest’area vi suggeriamo di non perdervi la visita dell’Orto Botanico, giardino ricreato nel 1856 all’interno delle mura medievali di Siena. Un giardino capace di catapultarvi in esperienze di mondi e panorami diversi, centinaia di fiori e piante che corrono lungo le mura trasformando un luogo in uno spazio dei pensieri e dei profumi.  Mattoni e pietra serena sono sostituiti da splendide piante officinali che creano la giusta atmosfera per una delle panoramiche meno conosciute ma di eterno splendore. (Anche in inglese qui). Fate attenzione, semmai, a Frà Giomo, custode geloso dell’Orto da sempre, che non gradisce la maleducazione. Se nota comportamenti strani, il fantasma tira sassi. Dispettoso.

 

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Proprio accanto all’Orto Botanico, trovate l’Accademia dei Fisiocritici, uno dei musei di storia naturale più antichi ed importanti d’Europa, dove si trova anche l’ultimo degli imbalsamatori esistenti in Italia. Piante, animali ma anche studi sull’essere umano: c’è un mondo da scoprire che vi affascinerà, come l’enorme scheletro di balena che accoglie il pubblico e rimanda a storie lontane.

Il percorso prosegue verso il Prato di Sant’Agostino, unico prato al mondo fatto di sassolini.  Qui, vale la pena visitare la splendida chiesa di Sant’Agostino, ricca di opere preziosissime.

Ed è qui che vi prenderà un languorino. Sarà che noi amiamo i sapori semplici e genuini, vi suggeriamo di non lasciarvi scappare un pranzo (o una cena) alla Grotta di Sant’Agostino, ristorante proprio davanti al Prato.

Gestione familiare, rispetto della filiera corta, ricette casalinghe, giusto rapporto qualità prezzo, fanno di questo ristorante una mèta graditissima e golosa. Ci sono tanti piatti degni di essere assaggiati ma non perdetevi i Pici della Grotta.

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Vi pubblichiamo la foto dopo averli assaggiati e abbiamo l’acquolina in bocca: basilico, noci e pancetta sono gli ingredienti base di un piatto che vi rimarrà nel cuore. Semplice ma saporito, originale, gratificante come solo un ottimo piatto di pasta fatto con amore sa essere. Scegliendo sempre e solo piatti espressi, potrete trovare spesso anche pasta fatta in casa. Intanto provate i pici, ci ringrazierete!

Per chi visita Siena tappa obbligatoria è la culla delle sue origini. Usciti dal ristorante, direzione Duomo e Piazza del Campo, entrate in via San Pietro da Porta All’Arco e sulla destra, pochi metri dopo, potete salire in Castelvecchio, il nucleo dal quale è nata la città di Siena. Secondo la leggenda, nel territorio dove oggi si trova via di Castelvecchio, si rifugiarono i gemelli Senio e Ascanio, figli di Remo, fuggiti dopo l’uccisione del padre da parte dello zio Romolo. Castelvecchio sorge nel colle più alto della città, dove origini, storia, leggende si fondono in un’unica cosa.

 

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Prima di proseguire verso il Duomo o Piazza del Campo, passate però, poco dopo la Pinacoteca nazionale che comunque va visitata (sapete che è conservata qui la spada di San Giorgio, quella che uccise il drago?), alla Vecchia Latteria, che prende il nome dalla bottega di Annina che negli anni Sessanta-Settanta vendeva la panna più buona di Siena. Qui, due giovani  hanno deciso di aprire una gelateria artigianale che rispetta di nome e di fatto le origini del locale. Basta assaggiare il loro gelato per scoprire il voluttuoso piacere di creme e di frutta ma anche di gusti insoliti. In questa passeggiata vi suggeriamo il gusto per eccellenza: Vecchia Latteria, appunto. Una tentazione di pistacchi, mandorle e nocciole di prima scelta, dove si trovano pezzi di croccante di mandorla. Sedetevi e godetevelo in santa pace. Sarà un salto nel paese delle meraviglie. Perché, come avrebbero detto i nonni senesi è ‘roba da alzarsi la notte (per mangiarla)’. Considerate che anche in questo caso, l’artigianalità prevale sul resto quindi non sempre troverete gli stessi gusti da assaggiare.

Buona camminata, vi aspettiamo al prossimo itinerario! Anche in inglese.

Alice Bindi