Gustare Siena: le strade e i palazzi (parte prima)

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Siena è un museo a cielo aperto e vale la pena camminare col naso all’insù ogni volta che si passeggia per la città. Perché ogni volta si scoprono dettagli nuovi, scorci inaspettati, come gli ultimi merli ghibellini che hanno resistito all’attacco delle truppe nemiche e che si possono vedere solo da un angolo preciso del vicolo dei Percennesi, nel Terzo di Città, parallelo alla via principale.

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Siena è la strada, sia la via di Città dove si scorge la maestosità di palazzo Chigi Saracini, oggi sede della prestigiosa Accademia musicale Chigiana, conosciuta in tutto il mondo.

La storia del palazzo comincia nel XII secolo, quando fu edificato con il nome di Palazzo Marescotti proprio dalla famiglia ghibellina Marescotti che gli donò anche una torre, simbolo del potere finanziario nel Medioevo. La famiglia Piccolomini-Mandoli, che lo acquistò nel 1506, lo ampliò nella parte del retro e gli donò un nuovo aspetto in stile rinascimentale. Un’altra data importante della storia del palazzo è il 1770: infatti è proprio in quest’anno che il palazzo venne acquistato e ampliato dai Saracini, a cui successero, nel 1877, i Chigi. Per volontà dell’ultimo proprietario del palazzo, il Conte Guido Chigi Saracini, l’edificio, alla sua morte, avvenuta nel 1965, divenne definitivamente la sede della prestigiosa Accademia Musicale Chigiana, da lui stesso fondata nel 1932.

Dopo aver visitato la corte interna del celebre palazzo e, dove possibile, gli interni (vengono aperti al pubblico in occasioni straordinarie), concedetevi di guardare Siena come la strada, i palazzi, le antiche mura e iscrizioni che ne fanno un tesoro unico al mondo.

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Siete ancora nel Terzo di Città e potete tornare in via del Casato, una delle strade più famose, oggi percorsa anche dal Corteo storico che di qui, dalla ‘Bocca del Casato’, entra in Piazza del Campo il giorno del Palio.

La strada, di fondamentale importanza, perché collega Castelvecchio a Piazza del Campo, ricalca il tracciato della cinta muraria della prima metà del Quattrocento, tanto che in alcuni punti sono stati trovati resti dei conci in tufo: la strada doveva dunque rappresentare il fossato a difesa della mura vere e proprie.

L’assetto architettonico della strada risale al Trecento, nell’ambito degli interventi urbanistici voluti dal ‘consiglio dei Nove’ (infatti l’antico nome era anche “strada dei Noveschi”). Vi si affacciavano dimore e fondachi soprattutto di mercanti e artigiani facenti parte dell’alta borghesia cittadina.

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Nella parte superiore, il Casato di Sopra, potete godervi il palazzo Pannilini-Zuccantini del 1500 ma anche palazzo Bargagli ed edifici invece puramente trecenteschi, gotici e con pregevoli bifore. Qua e là sono ancora visibili antichi tabernacoli. Affacciatevi, poi nel vicolo dei Percennesi per avere il punto di vista privilegiato degli ultimi 4 merli ghibellini rimasti a palazzo pubblico

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Il tratto inferiore della strada, il Casato di Sotto, ospita invece la scalinata del vicolo della Fonte, che conduce alla fonte del Casato (o fonte Serena), risalente al 1359: nascosta alla vista dei passanti, è uno scrigno che si apre e che nella storia è stata fondamentale per l’approvvigionamento e per le donne che qui venivano a lavare i panni. In questo tratto sorge anche palazzo Ugurgieri, con la facciata decortata da graffiti e bifore alla fiorentina, palazzo che era sede del tribunale di Siena. Poco più giu, palazzo Ottieri della Ciaia, anch’esso appartenente a nobili, mostra una facciata settecentesca. Poi palazzo Chigi, dove nacque quello che sarebbe diventato papa Alessandro VII. E ancora, proseguendo verso Piazza del Campo, palazzo Patrizi e palazzo Berlinghieri, che oggi ospita stanze del Comune. La prima attestazione di un mercato a Siena risale al 1169, quando il Comune acquisì un terreno nei pressi della chiesa di S.Paolo, successivamente demolita per far posto alla Loggia della Mercanzia.

Sarà un viaggio nei tempi passati, sognando la quotidianità dei signori e di una cittadina fiorente, la nobiltà nel corso dei secoli, l’architettura e il volto di Siena che cambia e che oggi è visibile da un numero civico all’altro. Arrivati in fondo, vi troverete in Piazza del Campo ma non fermatevi subito qui.

Il percorso che vi proponiamo è, infatti, inconsueto e per quanti amano scoprire i dettagli meno noti, cogliere attimi, colori, sapori diversi. Questi sono tra i luoghi e le strade che Siena vive ogni giorno.

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Scendete, sulla vostra destra, in via Giovanni Dupré fiancheggiando palazzo Berlinghieri. Arrivati qui, scendete a sinistra e vi troverete in piazza del Mercato: il retro di palazzo pubblico.

Nel secolo successivo altri acquisti e sistemazioni dettero al mercato quella veste che, sostanzialmente, mantenne fino al XIX secolo, quando le contrattazioni furono spostate in Piazza del Mercato.

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foto di Henri Cartier Bresson

Attiva fin dal 19esimo secolo, la piazza sotto il ‘Tartarugone’ (copertura del vecchio mercato  era il centro pulsante della vita senese. Fin dall’inizio il Comune si occupò della regolamentazione degli spazi e dei comportamenti degli ambulanti, che esercitavano i commerci più disparati: dalla vendita di prodotti ortofrutticoli, carni e altri generi, fino a vesti, oggetti in cuoio e metallo, rigatteria varia e combustibili come il carbone, legna e olii.

La vendita avveniva sia in strutture fisse, specie di stand in legno, sia sotto a semplici tende che su teloni appoggiati direttamente sul suolo con sopra la merce. Solo a partire dall’Ottocento si cominciò la regolamentazione dei mercati, con particolare attenzione all’igiene e al pagamento del suolo pubblico. E’ in quel periodo che gli ambulanti furono trasferiti sotto il “tartarugone” in piazza del Mercato. Il mercato ‘alimentare’ è rimasto qui fino agli anni Sessanta.

Stanchi? Abbiamo due suggerimenti gustosi che vale la pena provare e che vi permetteranno di godere di vista suggestiva mangiando bene e bevendo meglio.

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Potete continuare ad ammirare la vista inedita del Palazzo da Piazza del Mercato sedendovi nei tavolini del ristorante La Finestra. Qui potete gustare dei piatti unici nati dalla fusione della cucina senese e quella maremmana, come ad esempio il cinghiale in umido guarnito da mele e uva, oppure la pasta fresca confezionata all’interno della cucina che di sicuro vi rifocillerà dopo la lunga passeggiata che vi ha portato fino a questa piazza.

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Oppure, se avete voglia di un “light lunch”, o semplicemente di un buon aperitivo, potete fermarvi all’Antico Tagliere, l’accogliente osteria situata al numero 24 di Via Dupré. Sedetevi e lasciatevi consigliare. In quest’angolo di tradizione troverete taglieri di salumi di maiale, di cinta e di cinghiale perfettamente abbinati con dei pecorini al tartufo, alle noci, al fieno, alla vinaccia, al cacao, fresco e semi stagionato che provengono da piccole fattorie del territorio. E siccome siete in uno degli angoli più belli della Toscana, non potete fare a meno di accompagnare i voluttuosi salumi artigianali, che si sciolgono in bocca, con dell’ottimo vino. Chianti e non solo: potete trovare, qui, alcune etichette davvero interessanti e insolite – i proprietari sono attenti nella selezione di prodotti che alzi la qualità pur mantenendo costi giusti – anche di vini biologici delle terre senesi. Inoltre, potrete provare le birre artigianali che provengono in particolare dalla Valdorcia e dalla zona di San Gimignano.