Violenza sulle donne, l’impegno dei carabinieri: “Adesso occorre diminuire il numero dei reati sommersi”

“L’obiettivo è quello di diminuire il numero dei reati sommersi, ovvero tutti quei comportamenti perseguibili che ledono le donne e che, concretizzandosi molto spesso all’interno delle mura domestiche, sono difficilmente individuabili. Tale fenomeno, aggravatosi nel periodo di “convivenza forzata”, conseguente alla diffusione del covid-19, è stato definito dalle Nazioni Unite una seconda “pandemia nell’ombra””.

Nel giorno in cui si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne i carabinieri ricordano quale è il loro impegno maggiore nella lotta contro questo crimine. In Italia, nel 2020, sono stati 12138 i delitti perseguiti dai carabinieri, nei primi dieci mesi del 2021 l’Arma ha invece perseguito 9918 atti persecutori. Per quanto attiene ai maltrattamenti in famiglia, nel 2020, i delitti perseguiti sono 15701, mentre nel periodo gennaio – ottobre 2021 i militari hanno perseguito 13014 maltrattamenti in famiglia. Nell’anno passato sono state arrestate 1495 persone per reati connessi con gli atti persecutori, nei primi dieci mesi dell’anno in corso gli arresti sono stati 1390. Analogamente, per i maltrattamenti in famiglia, nel 2020 sono stati arrestati 3010 soggetti. Nel periodo gennaio – ottobre del 2021 le persone tratte in arresto per maltrattamenti in famiglia sono state 2640. Nel 2020, per reati di violenza sessuale, l’attività istituzionale condotta ha consentito di arrestare 935 persone, mentre nei primi dieci mesi del 2021, gli arresti sono stati 858.

L’attività dell’Arma però non si ferma qui: lo sforzo, anno dopo anno, aumenta sempre di più per combattere tutti quei comportamenti che ledono le donne fisicamente, psicologicamente e nella loro dignità. “In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne l’Arma vuole sottolineare il proprio quotidiano agire con una serie di simboliche iniziative che aiutino tutte le donne, ed in particolare quelle che vivono momenti di difficoltà- ricordano i carabinieri-, a comprendere che il primo passo per tornare libere dalle violenze è quella di denunciare. Uomini e donne insieme all’Arma dei Carabinieri sono gli attori principali per poter vincere questa battaglia, che sempre più incide e si insinua nella nostra società”.

Per questo è stata anche avviata sul web una campagna di sensibilizzazione e sui social e le caserme sono state illuminate di arancione in adesione al progetto “Orange the World”. “Questi sono i segni tangibili dell’assoluta attenzione e priorità dell’Arma a invogliare le donne vittime di violenze a denunciare. Il successo istituzionale è quello di dare coraggio alle vittime, che si vedono imbrigliate in situazioni apparentemente senza uscita”, spiegano ancora i militari.

 

 

Gli strumenti specifici di cui si è dotata la Benemerita e su cui può fare affidamento chi gli si rivolge, sono vari. A partire dalla Sezione atti persecutori – collocata nell’ambito del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche – e che da oltre dieci anni svolge attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in favore dei reparti operanti, e programmi di formazione del personale.

Tra i vari supporti forniti dal Reparto troviamo il “prontuario operativo”, un importante documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione dei casi, e i corsi basici e specialistici sul tema dello stalking, a favore di Ufficiali dell’Arma in servizio presso i reparti investigativi, nonché di tutti i Comandanti di Compagnia, Tenenza e Stazione. A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria – Marescialli e Brigadieri – inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, con specifici corsi. Ad oggi ne sono stati svolti complessivamente 19, che hanno consentito di formare oltre 400 unità, operanti sul territorio nazionale.

Inoltre il 25 novembre 2016, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle dDonne, è stato sottoscritto un ulteriore accordo tra i ministri della Difesa e per le Pari opportunità, cui è seguito il rinnovo della collaborazione tra il Dpo  e l’Arma che ha portato la Sezione Atti Persecutori allo sviluppo di attività di ricerca e analisi, alla formazione del personale della presidenza del Consiglio dei Ministri e degli operatori del numero di pubblica utilità “1522”, nonché a svolgere attività di sensibilizzazione in favore delle scuole, attraverso un ciclo di 40 giornate di educazione. Inoltre su richiesta del D.P.O. è stata effettuata la mappatura dei Centri Antiviolenza presenti sul territorio nazionale, al fine di verificare l’effettiva esistenza ed operatività delle strutture attive nell’ambito dell’assistenza alle vittime.

L’Arma ha anche collaborato, quale rappresentante del ministero della Difesa: al tavolo Interministeriale, istituito nel 2013, per l’elaborazione del “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, adottato nel luglio 2015 dalla Pcm.; all’Osservatorio nazionale sulla violenza, i cui lavori hanno portato alla redazione del “Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020)”, approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 23 novembre 2017, e delle “Linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio – sanitaria” alle donne vittime di violenza, adottate con Dpcm del 24 novembre 2017.

Sul piano delle collaborazioni interistituzionali, sul territorio nazionale sono state siglate numerose intese tra Procure della Repubblica, Prefetture, forze di polizia, ospedali e centri antiviolenza, che vedono tutte la partecipazione dell’Arma. Si sottolinea inoltre il progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato “Una stanza tutta per sé”, consistente nell’allestimento, all’interno di Caserme dell’Arma, di locali idonei all’ascolto protetto di donne vittime di violenza. Un progetto che ha consentito di allestire ad oggi circa 150 stanze su tutto il territorio nazionale che permettono ogni giorno di accogliere in un ambiente confortevole e meno “istituzionale” le vittime di abusi. Inoltre Soroptimist, ha fornito all’Arma 33 kit per la videoregistrazione ad altrettanti Comandi, da utilizzare nelle fasi di ricezione delle querele o nelle attività di escussione. Proprio nella giornata del 25 novembre 2021 viene inaugurata presso il Nucleo Investigativo di Roma un’altra “Stanza tutta per se”, che sarà d’ausilio per le numerose donne della Capitale, vittime di abusi.

L’8 gennaio scorso è stato anche siglato un protocollo d’intesa con l’Associazione “Vite senza paura”, presieduta da Maria Grazia Cucinotta ed impegnata sul territorio a supporto delle vittime di violenza di genere, per lo sviluppo di iniziative congiunte volte a rafforzare le azioni di prevenzione e repressione del fenomeno.

Non ultimo in concomitanza della celebrazione di domani si svolgerà presso la Scuola Ufficiali Carabinieri il primo seminario, con il coinvolgimento di 100 militari appartenenti alla “Rete nazionale di monitoraggio”, che ha l’obiettivo di fornire specifici elementi di psicologia comportamentale per migliorare le capacità di interazione con le vittime vulnerabili, sia nel primo contatto in situazioni di emergenza, sia nel successivo percorso di formalizzazione della denuncia. Questo è il primo di una serie che scaturisce da un accordo operativo con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) sottoscritto lo scorso 17 novembre 2021.

 

 

 

 

Infine, l’Arma ha partecipato con la Polizia di Stato alla realizzazione del sistema “Scudo”, una banca dati dedicata, volta a fornire agli operatori, nell’immediatezza degli interventi, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti.

Tutti i militari dell’Arma, in maniera empatica e grazie agli strumenti in possesso sono quotidianamente impegnati a fornire coraggio a tutte quelle donne che si trovano in difficoltà, cercando di trasmettere loro la consapevolezza che insieme si può uscire da situazioni di violenza.

Quanto sopra è, prima di tutto, finalizzato ad evitare che si verifichino ulteriori “femminicidi”, ovvero sia l’omicidio avvenuto in presenza di una condotta e/o volontà “discriminatoria” da parte dell’autore del reato (maschio) nei confronti della vittima (femmina o transgender), aggredita poiché considerata “inferiore” in ragione della sua appartenenza al genere femminile, che le uccisioni di donne da parte di uomini, avvenute nell’ambito relazionale, passionale, familiare e di vicinato.

Ma ci sono altri reati apparentemente meno gravi che insidiano quotidianamente le donne, tra questi troviamo il fenomeno comunemente denominato “stalking”, che è ricondotto ai reati di “atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), nonché i casi di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) e percosse (art. 581c.p.), con vittima donna. L’Arma dei carabinieri anche nel corso del 2020 e nei primi dieci mesi del corrente anno ha continuato a focalizzare il proprio impegno per poter contrastare tali crimini, in considerazione anche dell’influenza che ha avuto su di essi e sulla loro denuncia il periodo pandemico.