Vaccini anti-covid, Dei: “Ecco perché l’Asl non butta nemmeno una dose”

“Il mantra è non buttare niente. Fin dalle prime vaccinazioni in Rsa, le dosi che avanzavano venivano fatte agli operatori presenti. Non abbiamo mai avuto flaconi iniziati e lasciati a metà“, lo dice in una diretta con Siena News la direttrice sanitaria dell’Asl sud est Simona Dei.

Dei ha spiegato come funziona il ciclo delle “riserve” nelle somministrazioni dei sieri anti-covid nel caso in cui le persone non si potessero presentare a fare il vaccino . “Se si liberano dei posti la dose deve essere comunque completata – prosegue-. Faccio un esempio: mio marito, medico di famiglia, dopo avere appreso che qualcuno era risultata positiva al virus e quindi forzatamente assente, ha chiamato immediatamente chi veniva subito dopo nella lista”.

Dei aggiunge: “ci vuole sempre qualcuno che sa chi deve presentarsi a fare il vaccino e riempia i vuoti che si possono creare”. In sintesi se avanza una dose può essere chiamata una “riserva” o al limite uno che fa però parte delle categorie per cui è prevista la vaccinazione. “Nelle agende è segnato, ma non sempre, un numero di cittadini che devono vaccinarsi tale da coprire una determinata dose -continua Dei-. Se non ci fossero persone sufficienti a completare il flacone questo non viene nemmeno  iniziato”, chiarisce il direttore sanitario dell’Asl sud est.  Simona Dei era intervenuta su Siena News per fare il punto della situazione anche sulle vaccinazioni anti-covid che oggi, giovedì 4 marzo, sono partite per le categorie delle persone fragili con Moderna.

Katiuscia Vaselli

Emanuele Giorgi