Università, Coldiretti e cacciatori: Siena capofila nel progetto sugli ungulati

Coldiretti ma anche cacciatori, si trovano concordi nel portare e provare a Siena  lo studio condotto dai ricercatori del nostro ateneo Niccolò Fattorini e Sandro Lovari.

I due oggi erano ospiti della diretta di Siena News, la loro ricerca “condotta su quattro specie di cervidi britanniche che causano problemi all’agricoltura ma anche di tipo sanitario e sociali” , come spiega Fattorini, voleva verificare  l’efficacia della gestione faunistica esplorando la validità dei piani di controllo di questi animali in diverse scale spaziali. “L’ambiente urbano non è fatto per gli animali ed esistono efficaci metodi di controllo”, afferma Lovari che aggiunge ” specie diverse hanno bisogno di misure diversificate”.

Il  loro lavoro ha mostrato come la gestione di specie a maggiore mobilità risulti efficace solo se coordinata attraverso aree di elevata estensione. Per ogni particolare specie di ungulato l’efficacia della gestione dipende dunque dalla scala spaziale su cui questa viene condotta, che a sua volta è legata all’organizzazione sociale di quella specie. “Abbiamo confermato come ciascuna special abbia una scala spaziale ottimale per cui i piani di controllo fossero efficaci nel ridurre gli impatti”, sottolinea Fattorini

L’iniziativa potrebbe essere riproposto in Italia e avere Siena come progetto pilota, lo ha chiesto l’altro ospite della diretta, il direttore della Coldiretti Siena Simone Solfanelli: “Qui il problema degli ungulati è arrivato ad un punto di non ritorno – ha detto – e la cura che stiamo attuando ora mi sembra una cura omeopatica”. Per Solfanelli occorre quindi “prendere e usare gli strumenti che vengono forniti dall’università di Siena”.

Il parere di Solfanelli viene anche condiviso da alcuni cacciatori della zona che, tra i commenti social dell’intervista odierna, hanno auspicato una collaborazione comune tra i vari soggetti interessati