Ucraina-Russia, il punto di Paladini: “Putin non si aspettava questo isolamento”

“Ad una settimana dalla scoppio della guerra posso dire che la Russia e Putin non immaginava questo tipo di isolamento nel mondo. Quanto accaduto ieri nella sede dell’Onu mentre parlava Lavrov è stato clamoroso: sono andati via tutti i diplomatici durante il suo discorso”.

Luca Paladini, docente di diritto dell’Università per stranieri di Siena e collaboratore del centro Europe Direct di Siena, cerca di tracciare il suo bilancio di questa prima fase di guerra. E a Siena News il professore ha spiegato punto per punto le ragioni del conflitto ed suoi possibili sviluppi.

Ucraina-Russia, perché? – “Dobbiamo renderci conto che trent’anni fa abbiamo assistito alla frantumazione di un vero e proprio impero basato su un’ideologia: l’Urss. Nelle élite russe la vittoria del blocco occidentale ha favorito un sentimento di rivalsa a livello internazionale”, esordisce così.

Il piano di Putin, i possibili risvolti di una vittoria russa – L’intenzione del presidente della Federazione Russa è di “ribaltare il Governo ucraino per costruirne uno nuovo” e “rendere l’Ucraina uno stato neutrale”, ma “non c’è la volontà di occupare tutto il Paese”.  Lugansk e Donetsk “potrebbero essere annesse”, aggiunge il docente.

Come si comporta e cosa farà la Nato – “Parliamo di un’alleanza difensiva di cui l’Ucraina non fa parte. Per ora quindi la Nato non interverrà militarmente, ma sta rafforzando la sua presenza ai confini dei paesi del Patto Atlantico. L’Ucraina potrebbe chiedere un aiuto, ma se la Nato si muovesse militarmente la situazione che viviamo oggi deflagrerebbe davvero in una guerra mondiale”, continua.

Luca Paladini, docente dell'Università per stranieri

Le sanzioni, rischio boomerang? – “Alla fine sanzionati saranno più colpiti dei sanzionanti. Le nostre imprese potrebbero lavorare meno, ma l’economia russa rischia l’isolamento a livello mondiale -prosegue Paladini -. La Ue sta limitando la capacità di accedere al mercato finanziario europeo, mentre singole persone che fanno parte del regime di Putin si vedono congelare i propri conti correnti dalle banche comunitarie, anche quelle della Svizzera, cassaforte del mondo”. Per alcune imprese delle autoproclamate Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, sottolinea il docente, “non sarà possibile scambiare determinate merci” in area Schengen.

Putin per Paladini è sempre più isolato, “il rublo in questi giorni sta crollando e andrà anche calcolato il peso della carte di credito che sono state bloccate, dell’esclusione dal sistema Swift, della cyber-guerra che Anonymous ha dichiarato alla Russia ed anche delle reazioni nel mondo dello sport”.

Il ruolo della Bielorussia – La nazione controllata da Lukashenko si è resa “responsabile del concorso di violazione del diritto internazionale”, evidenzia il professore.

L’incontro di Gomel tra Russia e Ucraina, cosa potrebbe accadere? – “Per ora è solo un incontro tra le parti ed è troppo presto per cercare di intravedere qualcosa. Dovremo ancora aspettare qualche round. Nel negoziato però peserà anche la richiesta di adesione dell’Ucraina alla Ue, anche se questa sarà un procedura lenta”.

E la Cina… – E la grande incognita, che cosa farà? “Vogliono avere i rapporti migliori con tutti gli stati e non intravedo un aiuto o un supporto militare in questa situazione”, afferma Paladini che poi dice la sua anche su Taiwan: “un’eventuale invasione dell’isola sarebbe diversa dall’operazione ‘furba’ fatta da Putin prima in Crimea ed ora nel Donbass: a Taiwan non c’è la popolazione, o una minoranza di essa, che dice “noi facciamo parte della Repubblica popolare cinese” . I due casi non sono gli stessi: la Russia lascia parlare le minoranze russofone a Lugansk e Donetsk e la Coina non potrebbe farlo”, conclude.

Marco Crimi