Trasportavano abusivamente merce verso i paesi dell’est Europa: tre spedizionieri multati

I Carabinieri dell’aliquota radiomobile di Poggibonsi, supportati dai colleghi della stazione, hanno dato vita ad una serie di specifici servizi volti a contrastare l’abusivismo di alcuni spedizionieri esteri che, senza lecite autorizzazioni ed alcuna forma di tracciamento fiscale, trasportano pacchi da e per territori extracomunitari servendo una folta platea di cittadini originari di quei paesi e residenti stabilmente nel territorio italiano. Tale attività’, nelle forme esercitate, consente di attrarre numerosa clientela a fronte di prezzi altamente vantaggiosi. L’ attività’ di contrasto a tale fenomento posta in essere dai militari di Poggibonsi, e’ il frutto del controllo del territorio ove, nel tempo, i carabinieri hanno notato in specifici luoghi ed in orari altrettanto definiti la presenza di cittadine per lo più’ moldave con pacchi e buste. I servizi di osservazione hanno consentito di certificare il transito di furgoni con targa straniera che rapidamente caricavano i pacchi pesandoli su bilance rudimentali e assegnando ad ogni plico un numero. In questi ultimi giorni sono stati intercettati alcuni furgoni con targa romena che vicino alla stazione ferroviaria di Poggibonsi, in una zona appartata, hanno cominciato le operazioni di carico dei pacchi consegnati da circa 15 persone, con pagamento diretto senza rilasciare alcuna ricevuta e compilare la prevista modulistica atta a tracciare la spedizione. Gli accertamenti eseguiti hanno permesso di sanzionare gli autisti 4.130 euro per aver violato la legge 298/1974 ed i furgoni posti sotto fermo amministrativo per tre mesi. All’interno del mezzo sono stati rilevati 46 colli già’ presi in carico in altri comuni della Toscana senza alcuna possibilità’ di rilevarne i dati di arrivo e partenza, cosi’ come e’ stata trovata una bilancia elettronica e quaderni di prima nota con registrati in lingua straniera cifre e nomi. E’ stato accertato che la merce sarebbe dovuta arrivare in Moldavia anche se lo spedizioniere aveva stabilito una sede in Romania per aggirare cosi’ la normativa.