Toscana zona rossa, l’ex-presidente della Regione: “Provvedimento giusto, ma preso in ritardo”

Toscana, zona rossa: in serata è arrivato l’ok definitivo con il ministro della Salute Roberto Speranza che ha firmato un’ordinanza “che istituisce due nuove aree rosse (Campania e Toscana) e tre nuove aree arancioni (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche). So che stiamo chiedendo ancora sacrifici, ma non c’è altra strada se vogliamo ridurre il numero dei decessi, limitare il contagio ed evitare una pressione insopportabile sulle nostre reti sanitarie.Ce la faremo. Ma è indispensabile il contributo di tutti”, afferma su Fb il ministro della Salute.

Diverse le reazioni politiche, anche se in Toscana c’è chi ha fatto sapere che i provvedimenti che arrivano da Roma, “sono giusti”, lo ha scritto in un post su Facebook l’ex-presidente della Regione Enrico Rossi “se verranno rispettati contribuiranno a far calare i contagi. Anzi, a mio parere, si sarebbe dovuto decidere prima- fa sapere-.C’è un ritardo perché se fossero state assunti questi provvedimenti un mese fa, quando era già chiara la ripresa forte del contagio, sarebbe stato sicuramente meglio”. “È la differenza che passa tra l’intervenire quando ormai è inevitabile e intervenire in via preventiva in modo sicuramente più efficace – continua-.Prevedere ciò che può accadere e assumere azioni che possano evitarlo quanto più possibile: questo è il significato di convivere con il virus”.

La scelta non è piaciuta al presidente della Regione Eugenio Giani che in un video ha fatto sapere di aver provato “sorpresa e di amarezza perché vedevo che negli ultimi giorni i dati tendevano a un lieve miglioramento- ha detto-. Sono uomo delle istituzioni e rispetterò quanto deciso dal governo. Sono sorpreso e amareggiato perché i dati valutati dal Cts vanno dall’1 all’8 di novembre. Oggi la Toscana si trova davanti una situazione di lieve miglioramento. Sono convinto che ce l’avremmo potuta fare anche senza dover passare a zona rossa”. Rabbia è stata espressa dal sindaco Luigi De Mossi, “è necessario che vi siano indicazioni, programmazione e prospettive che non mutino le norme ad ogni minima variazione dei dati generali – ha scritto in una nota-. Infatti, se il tema principale è la tutela della salute, non possiamo non sottolineare ancora una volta che i cittadini nella girandola di provvedimenti normativi che li riguardano, rimangono smarriti ed incerti”.