Tentato suicidio a Petriolo: “Così abbiamo salvato un uomo”

Tentato suicidio dal ponte di Petriolo: il racconto dei ragazzi che hanno salvato il quarantenne di Firenze.

Due giorni di mare che si concludono con una cena a Grosseto e un viaggio di ritorno in serata, con la tranquillità della strada priva di traffico. Sono arrivati nei pressi del ponte di Petriolo a notte inoltrata, la coppia di senesi (sono due giovani contradaioli) che ha salvato la vita al 40enne che voleva uccidersi lanciandosi nel vuoto, proprio da quel ponte protagonista di tante tragedie analoghe.

Dopo aver percorso un breve tratto del ponte, i due hanno notato una macchina ferma sul ciglio della strada con le quattro frecce accese “Abbiamo pensato, un po’ ingenuamente, che fosse a causa di un guasto. Così abbiamo rallentato e ci siamo accostati all’auto per chiedere se ci fosse bisogno di una mano”, racconta il ragazzo che ci chiede di mantenere l’anonimato.

Ma all’interno dell’auto, almeno dalla loro posizione, non si vedeva nessuno. Istintivamente, la ragazza ha chiamato immediatamente il 113  mentre il ragazzo è uscito di macchina per controllare che dentro all’abitacolo non vi fosse qualcuno colto da un malore, ma la consapevolezza di ciò che stava accadendo è arrivata subito: “Ho alzato la testa e ho sentito una voce al di là della rete mi chiamava. L’ho seguita ed ho visto questa persona che aveva già scavalcato il guardrail e la rete metallica di protezione, per altro si stava reggendo proprio a quella, con le dita infilate nei buchi”.

Intanto, l’operatore del 113 al telefono con la ragazza stava dando indicazioni su come agire, ma è stato fondamentale l’istinto del giovane senese che ha cercato di parlare con l’uomo per farlo ragionare e convincerlo a ritornare in strada. “Abbiamo parlato per un po’, ho cercato di fargli capire che stava sbagliando e alla fine lui si è convinto. Il problema si è creato in quel momento, perché se è facile scavalcare, tornare indietro è complicatissimo. Sono salito in piedi sul guardrail e la rete di protezione mi ha sorretto… per fortuna, l’uomo indossava una cintura di cuoio molto spessa, così l’ho preso per mano con la destra e con la sinistra l’ho afferrato in vita, mi sono sbilanciato all’indietro e l’ho trascinato in strada”.

Una volta tratto in salvo, i ragazzi hanno cercato di tranquillizzare il 40enne in evidente stato di shock. Si era reso conto di quello che aveva fatto e voleva tornare a casa, così, dopo averli ringraziati, si è rimesso in strada con la propria auto. “Abbiamo subito richiamato il 113 per avvertirli che l’uomo stava bene, abbiamo fornito una descrizione sua e dell’auto e loro sono stati bravissimi ad individuarlo, fermarlo e affidarlo alla famiglia di cui avevano già trovato i contatti”.

I ragazzi, con grande umiltà, non vogliono rendere noti i loro nomi ed enfatizzare il gesto: “Vogliamo che passi un messaggio diverso… E’ la società che si aiuta: un gesto così non lo avrebbe fatto chiunque, ma non è vero che non lo avrebbe fatto nessuno”.