Tenta il suicidio in tribunale a Siena, dimessa dall’ospedale: “Io non me ne vado da casa mia”

E’ stata dimessa dopo il tentato suicidio e le cure prestate in ospedale, Sandra Pelosi, la senese 55enne che questa mattina si è tagliata le vene in Tribunale a Siena per protestare contro la decisione di messa all’asta della propria casa. Subito soccorsa e trasferita all’ospedale Santa Maria alle Scotte, la donna non era fortunatamente in pericolo di vita.


Una storia che racconta una tragedia personale, quella di non poter più sostenere il peso del mutuo. Una storia che dura da tempo, da anni e per la quale Sandra Pelosi, la protagonista della storia, è arrivata a tentare il suicidio, stremata dalla malattia, dall’invalidità totale che non le permette più di lavorare, dalla paura di non poter morire in santa pace in casa sua. La sua storia è finita alla ribalta delle cronache nazionali ma nessun risultato è stato raggiunto, evidentemente, nonostante in moltissimi si siano mossi.
“Mi hanno fatto anche la visita psichiatrica e mi hanno dato delle gocce per calmarmi – commenta Sandra Pelosi all’uscita dall’ospedale dove trova, ad accoglierla, anche i rappresentanti di CasaPound Siena – ma io non sono pazza, sono lucidissima. Sono disperata. Mi sento defraudata della mia vita. Quella casa è mia e non me ne andrò”.

Parla con un filo di voce, Sandra eppure non smette di lottare come ormai avviene da anni, da quando il suo lavoro di imprenditrice è stato fermato bruscamente dalla malattia e da quando la sua vita è diventata un calvario anche contro quella che lei ritiene un’ingiustizia e che ha reso nota alla stampa nazionale, trovando l’appoggio di migliaia di persone.

“Ringrazio di cuore i miei legali Walter Biscotti e Valeria Passeri per il lavoro che stanno facendo e, per la vicinanza e la forte presenza, CasaPound Siena e la Lega Nord. Quella casa in via de Rossi è mia, verrà occupata da CasaPound e da me, fino alla fine. Vi faccio vedere come muore un’italiana, come disse a suo tempo Fabrizio Quattrocchi, prima di essere ucciso in Iraq. Quello che ho vissuto in questi anni, un’ingiustizia, mi sta portando a questo”.

 

Intanto, formalmente, l’asta è andata avanti e la casa ha avuto un compratore: “L’asta era andata deserta, poi è arrivata una sola offerta in busta chiusa, all’ultimo momento. Ma il soggetto che ha comprato la casa, che conosce bene la mia storia, non la prenderà facilmente”.

 

Questa mattina, Sandra Pelosi si era tagliata le vene, in tribunale a Siena per protestare contro la decisione che aveva portato a mettere all’asta la sua casa. La Pelosi, al momento dell’offerta di acquisto della sua casa, finita all’asta giudiziaria per insolvenza del mutuo, ha deciso di compiere l’insano e terribile gesto dentro l’aula, tra lo stupore dei presenti. La donna aveva contratto un mutuo pari a circa 500mila euro per l’acquisto della casa e da tempo, a causa anche di un incidente che l’ha resa inabile, non era più in grado di onorarne le scadenze. Per questo l’immobile era finito all’asta giudiziaria.

 

Poco dopo aver parlato con Sandra Pelosi, arriva il comunicato di CasaPound: “Staremo vicini a Sandra fino all’ultimo e siamo pronti a occupare l’appartamento per evitare lo sgombero. CasaPound è da sempre al fianco di Sandra Pelosi, la cittadina senese disabile al 100% che oggi si è tagliata le vene davanti al tribunale, dopo che le hanno venduto la casa all’asta. I militanti di CPI – afferma la nota del direttivo cittadino – sono da diverse ore al pronto soccorso di Siena per portarle solidarietà e conforto. Una vicenda vergognosa e surreale, che vede una donna diventata invalida a causa di un incidente sul lavoro sbattuta in mezzo alla strada. Un’ingiustizia plateale e inaccettabile. Sandra Pelosi ha perso una battaglia contro gli errori e l’aggressione di banche e burocrazia, sostenuta dal ‘Comitato spontaneo Amici di Sandra’ a cui CasaPound ha aderito -continua la nota della tartaruga frecciata- e che ha manifestato questa mattina di fronte al Tribunale Civile di Siena. La guerra per una giustizia giusta ed equa continuerà senza esitazione e senza tregua. CasaPound, presente al  presidio a sostegno di Sandra  rinnova e conferma la propria ferma intenzione di difendere il giusto diritto di Sandra, invalida e malata terminale, a difendere la propria casa. Per noi, per la nostra etica, il diritto alla prima casa è sacro; per una donna invalida e malata terminale, è semplicemente inviolabile. Continueremo ad essere al fianco di Sandra”.

K.V.