Suor Rita, monaca senese a Lecceto, ricorda la Via Crucis con Benedetto XVI: “Ancora oggi mi commuovo”

Benedetto XVI con suor Maria Rita Piccione – Foto Vatican Media

“Nella vita di ciascuno di noi ci sono persone molto care, che sentiamo particolarmente vicine, alcune sono già nelle braccia di Dio…”. Inizia così la lettera scritta da Suor Maria Rita Piccione, pubblicata da Avvenire, nella quale la monaca ricorda quando, nel 2011, le fu affidato il compito di preparare le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo presieduta proprio da Papa Benedetto XVI.

Suor Rita, che al momento vive nell’Eremo di Lecceto, è nata e cresciuta a Siena, nella nostra città ha frequentato le scuole (si è diplomata al Bandini) e a Siena aveva anche ottenuto un posto nella pubblica amministrazione prima di ricevere la vocazione. Nel gennaio 1987 è quindi entrata in convento ed ha emesso la professione solenne nel novembre 1991. Nel 2008 è stata nominata Madre preside della Federazione dei Monasteri agostinani d’Italia, ruolo che ha ricoperto fino al 2014, quando è tornata tra le mura dell’Eremo di Lecceto dove è suora.

“Papa Benedetto ha fatto fin da subito breccia nel mio cuore agostiniano per il suo particolare amore per sant’Agostino – si legge -, le cui spoglie mortali ha venerato in occasione del pellegrinaggio a Pavia del 2007 e al quale ha dedicato ben cinque udienze all’inizio dell’anno 2008. Dal pellegrinaggio a Pavia ho raccolto un triplice invito sulla scia dell’esperienza di Agostino: “rimanere una persona che cerca senza accontentarmi di ciò che tutti dicono e fanno”; “vivere con Cristo per tutti, non per la propria perfezione”; “diventare come Cristo persona di misericordia”” si legge nella lettera.

“Ho raccolto lo stimolo a lasciarmi contagiare – prosegue – sempre più dal mio santo padre Agostino la sua passione per la verità, lo stile della sua umiltà, la sua dedizione all’unità. Forse sarà stata proprio la sua simpatia e sintonia con sant’Agostino a suggerirgli di affidare le meditazioni della Via Crucis del 2011 ad una monaca agostiniana? Non so…, furono affidate alla sottoscritta che accettò allora con molto timore e tremore e un senso, quasi, di incoscienza. Oggi ne sono felice! Sono felice per aver reso quel piccolo servizio di amore e passione (nel duplice senso della parola!) a Papa Benedetto XVI. Torno a commuovermi quando ripenso al Papa che assume la preghiera iniziale di quella Via Crucis come propria”.

“Prego, con il trasporto della gratitudine per tutto il suo servizio alla Chiesa come teologo, papa e infine monaco del monastero Mater Ecclesiae, dinanzi alla foto che ci ritrae insieme durante un saluto al termine della santa Messa a San Marino, il 19 giugno 2011. Mentre io lo ringraziavo, in quella circostanza, per essere «fonte che dona a questo nostro tempo acqua della vita» – era l’anno in cui ricorreva il suo 60° di ordinazione sacerdotale e queste parole erano stampate sul retro del ricordino –, lui mi ringraziava della Via Crucis «perché ci ha veramente aiutato a pregare!». Parole indelebili, che si sono incastonate nel mio cuore, portate fin lì da quel suo sguardo trasparente che ti fissava negli occhi con delicatezza e dolcezza!”

“Di papa Benedetto XVI, a buon titolo, si può dire quanto lui stesso ebbe a dire di sant’Agostino citando il suo biografo Possidio: «nei suoi scritti lo ritroveremo sempre vivo come un amico che parla a me, a noi, con la sua fede viva!». Ed è questa fede che ci ha lasciato come consegna testamentaria accorata: «Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!», perché «l’elemento portante del futuro è situato nella fede se essa rimane fedele a se stessa», sono ancora sue parole datate 1970” conclude infine suor Maria Rita Piccione, monaca dell’Eremo agostiniano di Lecceto.