Stefano Battaglia e il suo trio a Un Tubo

Siena si conferma capitale italiana del jazz. Giovedì 3 e venerdì a 4 alle 22.15 il locale Un Tubo, in via del Luparello, ospiterà due concerti di Stefano Battaglia e del suo trio, composto da Salvatore Maiore (contrabbasso) e Roberto Dani (batteria). Il pianista milanese presenterà il suo lavoro In the Morning, dove rielabora le idee melodiche del compositore americano Alec Wilder, tanto caro anche al “mito” Keith Jarrett.

«Sono entrato per la prima volta in un rapporto più diretto con la musica di Wilder nei primi anni ’90, quando ho suonato la sua sonata per Oboe e Piano», ricorda Battaglia. «Conoscevo già alcune delle sue Popular songs attraverso l’intensa versione che Keith Jarrett ne ha registrato. Ma dopo aver lavorato sulla musica da camera di Wilder, ho voluto sviluppare una connessione più profonda con il suo intrigante universo musicale, e ho scoperto un immenso tesoro nascosto». «l mio sguardo su Alec Wilder si focalizza interamente sull’aspetto melodico… Dopo vent’anni di studio posso totalmente identificarmi con questa musica». Il compositore americano oltre a essere stato l’autore di gemme del canzoniere a stelle e strisce, alcune interpretate fra gli altri da Frank Sinatra, è stato anche un importante studioso della tradizione musicale del proprio paese.

Battaglia ricrea a modo suo gli spunti melodici di Wilder, adattandoli alla sua formazione a tre. Per il pianista milanese il trio di per sé è uno dei formati più gratificanti della musica, sia classica, jazz o rock. Vede il suo trio come parte di una tradizione che comprende leggendarie line-ups come il Jimmy Giuffre/Paul Bley/Steve Swallow, Bill Evans/Scott La Faro/Paul Motian e Bley/Swallow/La Roca per gli anni ’60; il Jarrett/Haden/Motian e Bley/Peacock/Motian per gli anni ’70; e Jan Garbarek/Egberto Gismonti/ Haden o Jarrett/Peacock/DeJohnette per gli anni ’80 e successivi.

I due concerti a Un Tubo, quindi, saranno un viaggio nella storia della musica americana, con l’eccezionale guida di Stefano Battaglia e delle sue dita.

Emilio Mariotti