“Sportivi – l’Italia che si muove”: ecco il manifesto di Mauro Berruto

“Sportivi – l’Italia che si muove”, è questo il nome del manifesto dello sport che, con i suoi 13 punti programmatici vuole rilanciare l’importanza di fare sport, soprattutto in momenti come questi, costretti in casa a causa di un’emergenza sanitaria. L’idea del manifesto arriva proprio da Mauro Berruto, ex Ct della nazionale di volley con la quale ha raggiunto moltissimi obiettivi, tra cui anche il bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012.

“Il manifesto non vuole essere l’ ennesimo appello o richiesta corporativa – commenta Mauro Berruto nel suo intervento al Festival della Salute di Siena – ma è fondamentale lavorare per tenere in vita il movimento sportivo di base, che è in grave difficoltà. Serve un intervento di sostegno per far sì che il “paziente” sopravviva. E poi, dobbiamo pensare ad un modello futuro diverso da quello attuale che si è frantumato. E dobbiamo farlo adesso, senza aspettare di essere fuori dalla pandemia. La nostra idea è quella di rendere virale un progetto ed una proposta di programmazione e di visione”.

Sono 13 i punti cardine proposti all’interno del Manifesto, partendo da un intervento di sostegno economico alle società, agli operatori del mondo sportivo dilettantistico, ma anche alle famiglie, concedendo loro un bonus per l’attività sportiva dei propri figli. Occorre inoltre intervenire per favorire l’uso da parte delle società delle palestre scolastiche e sostenere chi invece gli impianti li deve gestire, sobbarcandosi costi molto alti in un momento in cui la pratica è fortemente condizionata dalle prescrizioni dei vari DPCM.

“Pensate come sarebbe bello – afferma coach Berruto – se le amministrazioni locali concedessero porzioni di parchi o spazi pubblici alle realtà sportive che sono ferme in questo momento. Per far fare attività non solo ai propri atleti, ma anche a tanti altri giovani e anziani che oggi sono impossibilitati a frequentare le palestre. E poi – prosegue – investirei molto anche su aspetti di  cultura sportiva. In un momento in cui i corpi non si possono muovere, la cultura dello sport può diventare oggetto di didattica, ispirando le persone. Se io fossi il Presidente di una squadra di pallavolo, ed avessi ragazze impossibilitate ad andare in palestra, lavorerei sulla cultura e la storia dello sport. Sono certo che in questo modo mi ritroverei in futuro atlete migliori”.