Simignano, nella Chiesa di San Magno tornano a risplendere due meravigliose opere del’400 senese

Una finta pala d’altare ed una pittura murale raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, San Paolo, San Sigismondo e San Giovanni evangelista. Opere magnifiche che sono tornate a risplendere grazie al prezioso contributo del gruppo Acea, di cui fa parte AdF.

Le due preziose testimonianze dell’arte senese del’400 sono state svelate oggi alla stampa e si trovano in una parete della chiesa di San Magno a Simingnano, minuscolo borgo incastonato nella montagnola, nel comune di Sovicille. A volere per prima il loro disvelamento ed il successivo restauro – prima erano coperte da strati di intonaco – è stata la stessa comunità del territorio che si trova nella Val di Merse. E dalla popolazione quindi è partito il grande sforzo comune che ha coinvolto l’amministrazione comunale, l’Arcidiocesi ed appunto Acea che ha coperto l’intervento.

Un’operazione, quella del gruppo, di “moderno mecenatismo” come l’ha definita il sindaco del Comune Giuseppe Gugliotti. “Il lavoro è stato corale – ha proseguito – e grazie ad esso Simignano può rivitalizzare il proprio borgo. Inoltre .Opere così imponenti e preziose collocate nella chiesetta di un piccolo borgo in mezzo alla Montagnola ci ricordano che non esistono centri e periferie, ma piuttosto una rete di realtà, ognuna ricca delle proprie specificità, dalla cui sinergia riparte un nuovo e più armonico sviluppo del territorio”.

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Sintetico nella sua riflessione il presidente di AdF Roberto Renai che, nel lodare l’operazione del restauro, ha sottolineato come “valorizzare queste opere d’arte significa valorizzare le ricchezze dei 53 comuni che fanno parte di Acquedotto del Fiora”.

La spiegazione nel dettaglio dei lavori è stata affidata  ad Alessandro Bagnoli e Massimo Gavazzi, che dei restauri sono stati i responsabili. Nella Chiesa le scrostature degli scialbi e maldestri tentativi di scopertura avevano segnalato la presenza di colori e figure ora in gran parte riaffiorati. Nella pala, la cui attribuzione andrebbe a Nastagio di Guasparre, si trova una Madonna in trono col Bambino in piedi sulle sue ginocchia. La Vergine è accompagnata da due santi(uno è San Sebastiano, l’altro non è stato ancora identificato tra San Magno o San Matteo). Nella predella sono invece presenti tre tondi con il Cristo in pietà, la Madonna dolente e San Giovanni evangelista dolente. Come già detto sul lato destro della parete si trovano invece quattro figure di Santi.

“Questa è una ciliegina sulla torta, adesso vogliamo la torta intera”, ha chiesto Bagnoli a Gugliotti alla fine del suo intervento, specificando come si dovrà lavorare ancora per fare riemergere dall’intonaco le tante bellezze presenti nella Chiesa. Per Enrico Grassini, responsabile dei Beni culturali della Diocesi, la collaborazione tra diverse realtà pubbliche e private “ha scritto una bella pagina di storia dell’arte in un capitolo della scuola senese”. Adesso, ha continuato, “mi auguro che si continui a mettere in risalto, attraverso investimenti privati, un territorio unico nelle sue singolarità e che si porti allo sviluppo delle nostre piccole comunità”.

Ha chiuso gli interventi Don Giovanni Tondo, parroco di Simignano. “Ora sogno un futuro per questo Paese e credo che in questa Chiesa si potranno celebrare matrimoni, ospitare visitatori ed organizzare anche delle Feste. L’arte unisce e ravviva e penso che oggi abbiamo trovato una perla”.