Coronavirus, Siena affronta l’emergenza: il policlinico Le Scotte un fiore all’occhiello della sanità

“E’necessario tenere la giusta attenzione, è necessario il giusto controllo ma non bisogna cadere nell’allarmismo”. Così il sindaco di Siena De Mossi ha aperto la conferenza stampa per fare il punto della situazione sul coronavirus al policlinico Le Scotte. Insieme a lui, davanti al pronto soccorso del nosocomio, c’erano anche il direttore generale dell’Aou senese Walter Giovannini, il direttore sanitario della stessa azienda Roberto Gusinu e il rettore dell’ateneo Francesco Frati. De Mossi ha ricordato l’importanza del modello senese nell’affrontare l’emergenza e l’importanza del pre-triage che, come afferma, fa sì che non ci siano contatti tra persone che presumono di avere sintomi del coronavirus e gli altri pazienti. “Sembra elementare ma è un progetto di grande intelligenza. Dobbiamo ringraziare l’ospedale per il grande contributo, è una grande dimostrazione di prevenzione. C’è stato un coordinamento molto forte, le istituzioni sono unite e lavorano insieme – afferma De Mossi -, raccomando ai cittadini di non farsi prendere dal panico, non c’è bisogno di non prendere d’assalto i supermercati”.

Impegnati in prima linea sono i medici del policlinico Le Scotte che in queste ore devono affrontare un afflusso elevato di persone al pronto soccorso, il lavoro messo in atto dal personale del policlinico è stato spiegato dal direttore sanitario Gusinu. “C’è una pressione crescente ma siamo addestrati per accogliere eventuali casi sospetti, stiamo dando il massimo e ci impegneremo anche di più se ci fosse un contagio”. Gusinu ha poi ricordato quali sono le norme da adottare in questa situazione di crisi: ” Attueremo delle misure di prevenzione – prosegue- per alleggerire il carico della struttura: garantiremo le urgenze ambulatoriali ai nostri pazienti ma differiremo per operare più serenamente perchè serve tempo e serenità. All’ingresso dell’ospedale ci sarà un nuovo checkpoint  per consigliare alle persone con una semplice febbre di ritornare a casa, qui devono venire solo persone che stanno molto male o visitatori il cui numero sarà contingentato. Chiediamo un aiuto a curare in sicurezza. I cittadini devono stare tranquilli, si devono lavare di frequente le mani, evitare luoghi affollati e chiusi”.

Precauzioni sono state prese anche dall’università di Siena. “Le attività universitarie continueranno regolarmente, gli studenti potranno frequentare biblioteche e i complessi didattici. Siamo comunque in un momento di silenzio accademico e visto il diffondersi dell’epidemia – evidenzia il rettore Francesco Frati- siamo costretti a sospendere la frequenza dei reparti ospedalieri degli studenti di medicina, chirurgia e odontoiatria e delle professioni sanitarie. Abbiamo necessità di abbassare la pressione di persone nei reparti che ora sono pronti per fronteggiare eventuali emergenze”.”Abbiamo deciso di separare fisicamente coloro che possono essere infetti dall’epidemia da tutti gli altri – queste le parole del dg dell’Aou senese Giovannini-. Così difendiamo gli operatori, noi siamo un modello di ospedale capace di essere, in termini di da esempio alle altre strutture sanitarie . Pensate cosa sarebbe accaduto se avessimo vissuto senza questa progettualità. Devo dire con piacere che tutti gli operatori hanno dato il proprio contributo e questo dimostra che i nostri dipendenti sono sempre al servizio degli altri. Giorno per giorno l’ospedale sta ridisegnando se stesso e i suoi percorsi per affrontare i casi di contagio che ci auguriamo che non arrivino mai. Questo è il futuro del policlinico: essere pronti per affrontare malattie infettive e virus sempre più aggressivi, che non conosciamo e a cui dovremo abituarci”.

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi