Siena scivola fuori dalla top ten delle migliori città

Siena scende dal nono all’undicesimo posto nella classifica annuale del Sole24Ore e solo Firenze, tra le città toscane, rimane nella top ten

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Non bastano la Valdorcia, le Crete, il Chianti, un patrimonio artistico che è il più antico dell’Occidente e una cultura che è la madre della cultura italiana: il primato della classifica annuale stilata dal Sole24Ore va al nord e ancora più a nord, ai panorami d’alta quota dove il reddito medio pro-capite è alto e la densità di popolazione molto bassa: Aosta vince su tutti, anche sulla Milano ormai da digerire (per lo smog) più che da bere: il capoluogo lombardo rimane infatti in seconda posizione.

L’indagine, giunta alla 27/a edizione, ogni anno mette a confronto la vivibilità nelle province italiane su un’ampia serie di indicatori (aggiornati al 2015 e al 2016) articolati in sei settori d’indagine: Affari, lavoro e innovazione; Reddito, risparmi e consumi; Ambiente, servizi e welfare; Demografia, famiglia, integrazione; Giustizia, sicurezza, reati; Cultura, tempo libero e partecipazione. Roma si posiziona al 13esimo posto, spinta dal valore del patrimonio immobiliare e dai flussi turistici legati al Giubileo. La provincia della Capitale recupera così 3 posizioni rispetto al piazzamento dello scorso anno.

Molte le novità del 2016, volte a rendere più completo il quadro della vivibilità sul territorio, con una maggiore attenzione alle esigenze e ai problemi più attuali della collettività: il valore della casa, il lavoro per i giovani, la capacità di innovazione, l’integrazione degli stranieri, l’offerta di welfare, la partecipazione civile. Le sei aree hanno così acquisito una denominazione più inclusiva e i parametri da 36 sono saliti a 42. Alla fine è Aosta, per la terza volta in 27 anni di indagine (le precedenti nel 1993 e nel 2008) a salire sul gradino più alto dell’edizione 2016. All’ultimo posto ancora una realtà del Mezzogiorno, Vibo Valentia.

 

E Siena, che dalla posizione numero 9 scende alla 11, perde punti anche e soprattutto per la percezione di sicurezza e reati registrati durante l’anno. Ma peggioira anche nel settore degli affari, dell’innovazione, della disoccupazione giovanile.