Siena, mercato aperto e amarezza dei commercianti: “Meglio chiudere”

Giorno uno di zona arancione per Siena, nonostante le nuove limitazioni a giro in centro ci sono ancora un po’ di persone – poche rispetto ai giorni passati. Stamani, mercoledì 7 novembre in città è stato anche il giorno del mercato settimanale che si è regolarmente svolto in Fortezza come previsto dal nuovo Dpcm. Nonostante la possibilità di esporre tra gli ambulanti serpeggia comunque molta sfiducia “rispetto a sette giorni fa la differenza è enorme, l’affluenza è stata bassa. Così forse è meglio chiudere, in tanti non sono nemmeno venuti nella loro postazione”, spiega uno dei commercianti.

In tanti la pensano come lui “non c’è nessuno, stiamo consumando solo gasolio – ci viene detto-. La prossima settimana rinunceremo anche noi a venire”. C’è chi auspica anche ulteriori restrizioni, addirittura il lockdown, “la soluzione è una sola, stare chiusi per 20 giorni – afferma un altro commerciante -, così ci stiamo rimettendo”.  Le regole al mercato sono state comunque rispettate. ” Anche oggi  è frequentato, ma la presenza è comunque ridotta dalle misure previste dalla zona arancione e il nostro compito è stato facilitata”, è il commento di Ezio Sabatini, coordinatore del volontariato di Protezione civile a lavoro tra i banchi.

Questi  sono invece i pareri  tra chi guarda la merce esposta: “per i commercianti è comunque importante continuare la propria attività anche se l’economia o va avanti per tutti oppure per nessuno – spiega Cecilia, una ragazza presente stamattina-. Fa comunque effetto vedere un po’ di persone presenti”. “Non penso che sia giusto che il mercato prosegua la sua attività, comunque ci sono cittadini in giro. A questo punto si poteva tenere bar e ristoranti aperti”, questo invece il parere della sua amica Chiara.

 

 

Le differenze maggiori di questo Dpcm infatti si vedono proprio nel settore della ristorazione senese. Tanti esercizi sono rimasti chiusi fare servizio d’asporto, l’effetto maggiore si vede in Piazza del Campo dove si susseguono i bandoni abbassati dei bar e dei ristoranti. “I nostri clienti sono sempre venuti e continuano ad esserci, si devono adattare comunque. La situazione non è bella, si vive alla giornata e cerchiamo di fare il possibile” evidenziano Fabio Colucci ed Helleh Ficelova, che lavorano allo Sclavi di Piazza del Campo. “Chi ha l’abitudine di prendere il caffè lo prende lo stesso, ma la gente è abituata a berlo al banco e la differenza si nota”, chiosa Palmino Fargnoli, de La Bottega del Caffè che aggiunge “finché potremo fare almeno l’asporto continuerò a lavorare, non mi piace stare a casa”.

“Poca clientela, sta andando tutto male. La gente non c’è perchè lavora da casa -concludono i titolari del Bar Siena-. In 40 anni non avevamo mai visto una situazione così triste”.

Marco Crimi

Emanuele Giorgi