Siena, il sindaco si tiene la cultura: “Sarò assessore fino a fine mandato”

“Terrò la delega fino in fondo, in questo momento deve essere capita l’importanza della cultura nelle città d’arte”. E’ quanto annuncia nella nostra intervista il sindaco di Siena Luigi De Mossi . Proprio sull’ambito della cultura De Mossi lancia una dura critica al Governo “con le ultime misure sono state penalizzate le categorie più deboli e considerate meno importanti – dice-, ma qui ci sono professionisti molto bravi”. Poi il sindaco rivendica “avevamo strutturato una stagione teatrale molto interessante, ma ora ci dicono che non si può fare. Ce lo dovevano dire a giugno e non solamente oggi, almeno risparmiavamo dei soldi”.

 

“Teatro e cinema sono medicine, le mostre artistiche sono delle medicine, sono la risposta migliore contro il modello becero e generalista delle tv moderna”, prosegue il sindaco che aggiunge “la cultura non è una Cenerentola”. Capitolo Santa Maria della Scala, “abbiamo dato una prima lettura dello statuto della nuova fondazione – annuncia – , lavoriamo in maniera uniforme”.

“La cultura non è una Cenerentola” è anche uno dei messaggi più significativi della lettera che il primo cittadino ha mandato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, della Regione Eugenio Giani e della Repubblica Sergio Mattarella. Nel ricordare il contenuto di quel messaggio Luigi De Mossi ha espresso il suo parere sul nuovo Dpcm, su cui si è detto perplesso: “abbiamo rispettato le normative ma è tutto vanificato” .

 

 

 

“Il Governo ci deve dare una programmazione da qui fino a marzo”, questa la richiesta di  De Mossi – che ha chiarito che marzo è il mese in cui è prevista la produzione degli anticorpi monoclonali di Tls contro il coronavirus-. Sulla ristorazione “la chiusura alle 18 è incongruente – accusa-. A questo punto i ristoranti potevano chiudere direttamente alle 13”, ed inoltre “avevamo di fare respirare economia -dice-. Volevamo limitare danni con un impatto da 10 milioni di euro in bilancio”.

Infine sulla scuola , con il ritorno della didattica a distanza è stato fatto un “danno ulteriore” perché queste strutture “sono monumenti alla crescita delle persone”, una crescita che può esistere “non solo grazie alle lezioni”, ma anche “nei momenti insieme agli altri studenti”. “Il sistema scolastico senese si era adeguato, non si è tenuto conto del rispetto del lavoro di docenti, dei presidi, degli assessori di competenza”

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi