Siena Ideale al Comune: “Stop alla Cosap e taglio della Tari per aiutare gli esercizi commerciali”

Sì all’esenzione Cosap per il 2021, sospendere la parte variabile della Tari, abbassare la tassa della pubblicità. Davide Ciacci, consigliere del gruppo Siena Ideale, fa le sue proposte in una mozione per il consiglio comunale per sostenere gli esercizi danneggiati dal covid.

Se il dispositivo fosse approvato dall’aula consiliare “dovrà passare anche attraverso una variazione di bilancio per il minor gettito che l’amministrazione comunale otterrà”, si legge in una nota. “Non si può non tenere conto della situazione in cui si trovano tanti negozianti ed esercenti attività di ristorazione, schiacciati tra chiusure e tasse. Gli stessi motivi che hanno portato a manifestazioni in varie parti d’Italia, talvolta sfociate in tafferugli, come a Roma”, osserva Davide Ciacci che aggiunge: “il comune di Siena non può non attivare provvedimenti concreti, immediati e commisurati alle perdite, anche se ciò comporterà un sacrificio per tutta la comunità”.

Le proposte sono state presentate al sindaco Luigi De Mossi con “il fine di ridurre la pressione fiscale – si legge da un comunicato-. Oltre ad una sostanziosa riduzione dei tributi locali, la proposta chiede l’apertura di un tavolo con le associazioni di categoria per ridurre i costi per gli affitti che i commercianti debbono sostenere e che risultano sempre più gravosi rispetto ai ricavi”.

A De Mossi è stato chiesto “di intervenire sulla Regione per ottenere una riduzione, sempre nell’ottica di abbassare la pressione tributaria, dell’addizionale Irpef regionale e dell’Irap – continua il comunicato- Per i proprietari dei locali commerciali che opereranno una riduzione dei canoni e/o condizioni economiche più vantaggiose per i commercianti penalizzati dalle chiusure, il Comune dovrà operare una riduzione dell’aliquota Imu”.

“La proposta però non si ferma alle sole botteghe di Siena, ma si prefigge di arginare le possibili chiusure anche da parte delle grandi catene commerciali – franchising, moda, librerie, profumerie, ecc. che operano a Siena”, continua il testo. A De Mossi viene inoltre chiesto “di avviare una iniziativa più ampia, coinvolgendo i sindaci di altre città d’arte, prime fra tutte Firenze e Venezia, per fare “pressione” sul governo centrale, perché prenda provvedimenti concreti a favore di queste categorie, in quanto le eventuali chiusure avrebbero gravi conseguenze sui livelli occupazionali del territorio comunale”.