Siena ha corso il suo Palio. L’Oca ha vinto in un’esplosione di gioia.

L’attesa di questi quattro giorni finalmente ha avuto il suo epilogo con la vittoria di   Giovanni Atzeni, detto Tittia,  su Mississippi, un baio, esordiente, di sei anni. La seconda vittoria per Tittia, e con gli stessi colori: il tricolore bianco, rosso, verde della Contrada di Fontebranda. Come una previsione, un pronostico, il fato, ancora una volta, ha sbaragliato ogni pronostico e, in un  gioco incredibile del destino,  a vincere è stata l’Oca, l’unica Contrada  con i colori della bandiera  italiana, proprio ora che si stanno festeggiando i 150 anni dell’Unità. Sfuggita la paura della pioggia, caduta copiosa in questi giorni, la città, tutta, si è riunita dentro la magica conchiglia di Piazza del Campo. Ha aspettato con snervante pazienza che Siena, attraverso la  Passeggiata storica che precede la corsa, facesse conoscere al mondo le radici di questa Festa unica. Il perché della sua forte caratteristica identitaria. La passione e l’amore dei suoi abitanti che da secoli rinnovano il loro tributo alla Madonna di Provenzano con il Palio del 2 luglio. I cavalli si sono allineati tra i canapi. Pronti per la partenza: Istrice, Pantera, Bruco, Valdimontone, Tartuca, Drago, Oca, Lupa. Di rincorsa la Civetta.Parte in testa l’Oca seguita dal Drago e dal Valdimontone. Al primo S. Martino gira il Bruco, seguito da Valdimontone e dalla Civetta. Al Primo Casato il fantino del  Bruco cade, l’Oca la supera. Resterà prima fino alla vittoria.La corsa è finita, seguendo l’esortazione di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e dottore della Chiesa Universale: “Orsù figliuoli dolcissimi, correte questo Palio, e fate che solo sia uno quello che l’abbia…”. Lo ha avuto la sua Contrada, la stessa che vinse nel 1861, data storica per il nostro Paese.  Il drappellone dipinto da Tullio Pericoli, per un gioco magico del destino, che a Siena è di casa,  è andato alla Contrada che, per cromatismo, rappresenta l’Italia.Quel pezzo di seta, sognato e amato, adesso è nelle loro mani che, con bramosia lo toccano, lo sfiorano, per credere al loro sogno diventato realtà.La grande Festa senese ha ripetuto il suo rito carico di senso religioso e di pura umanità. Sì, perché qui si prega mentre quei barberi (cavalli ndr) galoppano sull’anello di tufo. Si prega nella Chiesa di Contrada quando il cavallo viene benedetto poco prima del suo ingresso in Piazza. Si prega, dopo, per ringraziare la Vergine.La luce si è abbassata su questa giornata senza sole. I canti vittoriosi riecheggiano per le vie medievali. Una parte della città festeggia felice avvolta nei colori delle loro bandiere. Giovani, vecchi e bambini tutti insieme. Agli altri solo la bocca piena di commenti, e una tristezza bagnata di lacrime. La speranza è nella prossima Carriera del 16 agosto, quando il fato continuerà a decidere sugli uomini.
Roberta Ferri