Saldi finti, gonfia il prezzo della giacca ma viene beccato dalla Guardia di Finanza: multato

La Guardia di Finanza di Siena, al fine di evitare raggiri in danno di ignari acquirenti, ha avviato una specifica attività di monitoraggio su scala provinciale a tutela dei consumatori e del mercato, nell’ambito della continua azione di controllo economico del territorio, predisponendo mirati interventi nel settore della disciplina del commercio dei beni e servizi e in particolare dei prezzi.

Gli interventi specifici sono iniziati qualche settimana prima dell’avvio dei saldi di fine stagione, in concomitanza dell’innalzamento dei livelli di controllo del territorio per l’approssimarsi delle festività, attraverso mirate verifiche dei prezzi di vendita esposti sui beni di largo consumo, praticati in condizioni di normalità economica anche attraverso la rilevazione fotografica dei valori riportati sia sui prodotti esposti in vetrina sia su quelli all’interno dei locali attenzionati. 

Nel solo capoluogo, sono già 38 gli esercizi commerciali controllati. Nella circostanza sono state riscontrate irregolarità nei confronti di un commerciante in violazione della Legge Regionale n. 62/2018 che disciplina il settore del commercio e delle vendite.

In particolare è stato riscontrato che un noto negozio di abbigliamento del centro storico cittadino, nel primo giorno di saldi aveva regolarmente esposto in vetrina il dettaglio dei saldi, ovvero la tabella riportante il prezzo originario, la percentuale di sconto applicata e il prezzo scontato, ma con prezzi gonfiati rispetto a quelli praticati nei giorni precedenti i saldi, di fatto rendendo non veritiera la percentuale di sconto applicata. 

Nel caso specifico, il primo giorno di saldi è stato verificato che il prezzo di una giacca è stato aumentato di ben 200 euro rispetto al prezzo applicato prima dei saldi, per poi applicarvi uno sconto del 50%.  

Per le irregolarità e le violazioni contestate, i trasgressori dovranno ora pagare una sanzione amministrativa da un minimo di 500 fino ad un massimo di 3000 euro, somma che verrà versata nelle casse del Comune ove ha sede l’attività commerciale.