Le storie di Natale – “La Folgore non lascia indietro nessuno”: così i parà ‘salvano’ commilitone

C’era una volta . . .  così iniziano le novelle ma questa non è una favola ma una bella storia di solidarietà.

A Siena all’interno di una caserma del 186° reggimento viveva felice un giovane paracadutista (per motivi di privacy non riporteremo nome e foto dell’interessato, ndr).

Un giorno incontra una bellissima donna. Per lei decide di lasciare il suo mondo, ma l’avventura finisce e il militare si ritrova lontano da quella vita che aveva immaginato, dai suoi sogni, prova ad inventarsene un’altra, ma il suo cuore continua ad essere in quella caserma dove ha lasciato i suoi amici.

Gli anni passano la situazione gradualmente peggiora, unico rifugio diventa l’alcol ma neanche questo riesce a lenire le difficoltà.

Una mattina si ricorda di essere stato un paracadutista e decide che è giunto il momento di riprendersi la propria dignità, smette di bere trova un impiego e con esso un po’ di tranquillità.

Quando tutto sembra girare per il meglio, una nuova delusione, perde il lavoro, non è più giovane e le forze vengono meno, trova rifugio in una struttura che gli garantisce almeno un posto dove dormire.

A Siena qualcuno si ricorda di lui, i suoi vecchi commilitoni, lo spirito di corpo l’appartenenza alla stessa famiglia e la promessa che si fanno tutti i parà di non lasciare mai indietro nessuno, fanno sì che venga organizzata una raccolta fondi per sopperire alle prime necessità dell’amico poi qualcuno decide di invitarlo a casa per le feste di Natale.

Una pizza tutti insieme dove si ricordano i vecchi tempi, un raggio di luce e di speranza, poi altri inviti così da non lasciarlo solo.

La Folgore e il 186° reggimento paracadutisti in particolare sono stati i primi a riportare l’esercito italiano fuori dai confini nazionali con la missione in Libano nel 1982 poi di missioni ce ne sono state tante altre confermando il valore operativo dei paracadutisti.

Questa non è una missione ad alto rischio ma ha un valore morale molto più importante riabbracciare un amico, un fratello e restituirgli la voglia di combattere questa volta non per gli altri ma per se stesso sapendo di non essere solo.

Come sempre la Folgore ha raggiunto il suo obiettivo.

 

Giovanni Graziotti