Coronavirus, Conte: “Multe da 400 a 3mila euro per chi viola le regole”

Misure ancora più restrittive e sanzioni più dure per chi viola le norme anticontagio. Le multe prevedono il pagamento di una somma da 400euro a 3mila euro . La novità: le Regioni potranno adottare o sospendere le misure anti contagio .”Con i Dpcm abbiamo uno strumento flessibile che ci consente di dosare le misure di contenimento del rischio – spiega il premier Conte-. Con questo decreto legge abbiamo regolamentato i rapporti tra governo e parlamento. Ogni iniziativa governativa sarà trasmessa ai presidenti della Camere e io ogni 15 giorni informerò il Parlamento sulle misure “.

“Un aspetto significativo: abbiamo regolamentato i rapporti tra gli interventi del governo e le regioni: i presidenti di questi enti potranno adottare nell’ambito esclusivo delle loro competenze provvedimenti ed anche misure più severe . continua-Rimane la funzione di coordinemaneto ed omogeneità del governo”

Abbiamo introdotto una multa che va da 400 a 3mila euro – continua-. Voglio precisarlo. Io sono soddisfatto della reazione degli italiani nel rispettare le nostre prescrizioni. Le forze dell’ordine stanno facendo un attento monitoraggio ma la stragrande maggioranza dei cittadini si è conformata alle nuove regole e alle nuove abitudini di vita. Ognuno di noi deve fare la sua parte per poterci rialzare quanto prima”.

“Un’ultima precisazione -afferma-. Assisto ad un’indebita diffusione di una bozza già superata.Si è creato dibattito sul fatto che le nostre misure si sarebbero prolungate fino al 31 luglio. Non c’è nulla di vero. Noi abbiamo dichiarato, il 31 gennaio, un’emergenza nazionale ma le misure non saranno prolungate fino a luglio, ci aspettiamo anzi di allentare la morsa sperando di tornare ad un migliore stile di vita. Sono infatti convinto che questa prova che stiamo affrontando ci renderà migliori”.

Sui sindacati. “Grande responsabilità delle organizzazioni e non credo che arriveremo alla precettazioni  per i lavoratori dei settori strategici-afferma-. Non lo ritengo necessario ma è chiaro che noi dobbiamo presidiare”.

“Dal primo giorno abbiamo curato i rapporti con i governi territoriali in modo costante – sottolinea-. Adesso in questa fase non è ipotizzabile un approccio autoritativo del governo centrale. Se non collaborassimo con gli enti locali daremmo un cattivo esempio. Se poi ci sostituissimo alle Regione nella sanità sarebbe qualcosa di poco funzionale. Loro conoscono meglio le strutture territoriali, Noi abbiamo riconvertito 68 ospedali come Covid Hospital, abbiamo portato in pochi giorni le terapie intensive a 8mila unità da 5mila, la subintensiva e oltre 26mila unita ed eravamo partiti da 6mila”.