Danni da predazione, la Toscana usa le carcasse per aiutare gli allevatori, Cia: “Ok la proposta ma va rivista la gestione degli animali”

“Questo è un punto d’inizio. E spero che si possa anche replicare questa soluzione in provincia di Siena dove si sono visti grandi danni dalla predazione: ho associati che mi chiamano perché i loro animali subiscono atti predatori. La cosa sta diventando grave, quindi vediamo come andrà a finire questo progetto”.

Ha mantenuto la calma Federico Taddei, presidente di Cia Siena, nel dare una valutazione alla mossa della giunta regionale che, con una delibera dell’assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, finanzierà la rimozione e lo smaltimento delle carcasse degli animali predati da attacchi da parte di lupi o canidi. Le carcasse quindi potranno essere riutilizzate per alimentare gli esemplari di lupo custoditi nel parco faunistico dell’Amiata. La sperimentazione sarà avviata per le province di Arezzo, Grosseto e Firenze e qualora arrivassero buoni risultati il progetto sarà poi allargato a tutta la Regione.

Per Taddei però è necessaria anche una presa di consapevolezza che i predatori sono aumentati in modo esponenziale per cui la situazione è esplosa. Da qui il presidente di Cia evidenzia come sia necessario “rivedere la gestione degli animali e dei predatori senza preconcetti, anche da parte degli animalisti”. “Bisogna fare chiarezza – ha aggiunto – . E trovare la giusta convivenza tra animali. Senza questo fattore il rischio è che poi si abbandonino i territori”.

Per un allevatore infine  il costo della rimozione della carcasse è solo una parte del problema di questi attacchi. I danni maggiori però si fanno sentire anche a lungo termine. “Le pecore smettono di produrre latte, possono interrompere la gravidanze ed inoltre noi dobbiamo spendere per tenerle chiuse in sicurezza dai lupi”.