Sepsi, crescono le prese in carico nella Asl sud est: nel 2019 sorpassata quota 250

Se nel 2017 sono stati individuati 17 casi, nel 2018 sono state segnalate preventivamente e prese in carico nel migliore dei modi ben 187 persone e 255 nel 2019. Risultati importanti che sono stati ottenuti progetto messo in atto dal 118 prevede che, tra i codici rossi, ce ne sia uno specifico, che hanno definito C15 che equivale a “sospetto di Sepsi” e fa sì che il paziente all’arrivo in Pronto Soccorso sia preso in carico con la massima priorità. Anche questo motivo è un motivo per cui la Asl sud est è stata premiata. La grande attenzione dell’azienda rivolta alla tematica della Sepsi è stata riconosciuta da un premio per il 118, che è stato ritirato dal direttore del dipartimento Emergenza urgenza Massimo Mandò e uno per il Rischio Clinico ritirato da Cinzia Sestini, manager per la sicurezza ad Arezzo e dalla collega grossetana Sandra Menchetti che operano nell’Area diretta dal dott. Roberto Monaco. Al complesso del Santa Maria della Scala di Siena, si è tenuta la Giornata Mondiale di lotta alla sepsi in Toscana. In quella occasione di confronto, su una patologia subdola e pericolosa, la Sud Est ha avuto importanti riconoscimenti per il lavoro fatto, soprattutto in termini di formazione degli operatori, di intervento tempestivo e mirato del 118 e di analisi di laboratorio.Di Sepsi, nel mondo, muore una persona ogni 4 secondi. Colpisce 380 persone ogni 100mila abitanti. Si tratta di una patologia difficilmente riconoscibile in pochi minuti a causa della miriade di sintomi che può presentare. Eppure l’intervento deve essere velocissimo perché essendo una patologia tempo dipendente, più minuti passano più è difficile salvare la persona. La Sepsi è causata da un’infezione che può essere conclamata oppure nascosta, colpisce soprattutto i pazienti che presentano un sistema immunitario debilitato e può essere letale se non viene curata tempestivamente. “In questo ambito la situazione epidemiologica della Regione Toscana è in preoccupante evoluzione: dal 2012 al 2017 i ricoveri si sono accresciuti del 33 per cento e oggi, secondo le stime più recenti, sono attesi oltre 15.000 casi di sepsi o shock settico all’anno.Sempre all’incontro al Santa Maria della Scala è stata presentata la Call to Action, il documento di indirizzo della Regione Toscana per la lotta alla sepsi. Il documento è un piano operativo che fa scuola: un lavoro di squadra frutto del contributo di professionisti di diversa estrazione” Si ritiene che l’incremento dei casi di sepsi riconosciuta – ha rilevato Fabrizio Gemmi, coordinatore dell’Osservatorio per la Qualità e l’Equità dell’ARS Toscana – sia spiegato da una migliore attenzione diagnostica e alla codifica. Questa patologia – ha proseguito – riguarda circa l’1,8 per cento dei pazienti ricoverati in Toscana, con un’incidenza pari a 261 pazienti ogni 100.000 abitanti”.