Scusate, a che ora c’è la prova?

Ore 7.30 di un giorno di Palio,  Siena. Comincia la la giornata. E per il contradaiolo medio, credeteci, è un tour de force.

 

La sera prima ha chiesto a chiunque si sia trovato davanti, dopo essersi alzato da tavola, a che ore si corre la prova della mattina che ormai, lo sanno anche i muri, è alle 9. Ma a che ore fanno pulito? Un quarto alle nove. Perfetto. Allora il contradaiolo medio va a letto solitamente lustro come un gambale a un’ora abbastanza indecente per poi comunque essere sicuro che la mattina dopo sarà in palco, cavolo, anzi andrà anche dietro al cavallo.

Solitamente, non si sa come, ci riesce. Salvo poi non spiccicare parola fino a dopo la prova. D’altronde, si è buttato giù dal letto, scarpe da ginnastica e maglietta su calzoni corti (badate, non si fanno distinzioni di sesso) e, rigorosamente, occhiali scuri. Dopo la prova, colazione in contrada: la trippa non gliela toglie nessuno (e in questo caso sono di solito gli uomini, le donne quelle veraci si contano sulla punta delle dita). E poi, che fai, ci bevi l’acqua con la trippa? sia mai! Vinello rosso che meschinamente rimette in circolo tutta la situazione della sera prima, il traditore. Ma è Palio, il contradaiolo medio non se ne incarica troppo.

Per i meno audaci, la colazione al bar che varia dal tramezzino con l’uovo (accompagnato da coca cola, l’unione degli opposti utile a rimediare gli stravizi della sera prima) al caffé con la pasta. Sono 96 ore di anti-regime alimentare che però vengono giustificati da un grosso dispendio di energie (quali, non è dato saperlo).

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Tra la colazione e il pranzo ci sono quelle due o tre ore che, se nel migliore dei casi trovano spazio anche per una doccia (viste le condizioni precedenti), di solito si passano a leggere i giornali e le notizie online, guardare i programmi di Palio in tv e ascoltare le radio locali se si è in qualche bar dove non c’è televisione. “Mira chi c’è in foto, guarda che intervista ha rilasciato tizio! Hai letto bellino il pezzo di Caio? Quell’altro invece, porino, un ci capisce  niente, perché non scrive di altri argomenti? Ma è vero che quel fantino scende da quella Contrada?’

Per molti c’è l’incombenza del montare i tavoli o preparare qualcosa per la sera, per altrettanti l’unica necessità è saltare da un capannello all’altro solo dopo aver fatto un salto davanti alla stalla e aver guardato un pochino il cavallo rientrato dopo la prova, osservare mentre i barbareschi lo lavano e poi vederlo mentre fa colazione, si fa accarezzare dai cittini, per poi tornare nella stalla.

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Ovvìa, è arrivato il momento del pranzo. Per tradizione, tutti i giorni in un posto diverso, se non nelle rispettive Società, nelle varie osterie della città che hanno tutte un significato specifico. E si comincia a cantare. Si canta e si beve, di solito succhi di frutta o limonate naturalmente (…) — il caldo lo richiede — finché non arriva l’ora di andare dietro al cavallo perché si corre la prova. Quella della sera viene ricordata sempre meglio. Perfetto. Qualcuno è vittima anche di «congestione» pre-prova. Comprensibile, col freddo che fa (…), la trippa o le acciughe sotto pesto restano sullo stomaco. Soprattutto quelle che vanno di moda ora fatte anche col pesto di dragoncello per palati sopraffini.

Il contradaiolo medio vittima di congestione, di solito cerca di andare comunque in palco ma spesso l’epilogo non è dei più felici. Le famigerate congestioni col freddo di luglio provocano reazioni di stomaco poco esaltanti.

Se ha abbastanza anticorpi da resistere alla congestione, il contradaiolo medio si fa la doccia al volo e va dietro al cavallo cambiato a modo. Per la prima prova, di solito, si sfoggia un campionario particolare legato al cavallo avuto in sorte comunque la sera in palco si va ravversati: si deve mantenere un certo decoro. Si canta, si mostrano ugola e braccia, si guarda la prova.

Di solito c’è da scendere subito dopo lo scoppio del mortaretto per andare incontro al cavallo e in questo gesto il contradaiolo maschio medio assume la gestualità da ballerino di danza classica. La corsa non è una corsa ma un trotto leggero, quasi sulle punte. Non si sa se questo sia dato dai calli nei piedi o dalle camicie che, petto in fuori tipo tacchino,  stanno striminzite con bottone a rischio (colpa della dieta del Palio).

Maschi che volteggiano sulle punte verso il cavallo, leggiadri (…), poi il popolo che si ricompone per tornare nel rione, si fa cena in contrada: di solito con pasta al pomodoro, arista o roastbeef, se va bene piselli o fagiolini di contorno altrimenti pomodori conditi, di lusso se c’è il dolcino. Poi si riparte. Capannelli, rocchi, ‘succhi di frutta e limonate’ (quelli poco adatti agli astemi). S’è fatto tardi, si va a letto gonfi come zampogne ma si deve andare sennò la mattina dopo il contradaiolo non ce la fa ad alzarsi. A proposito, a che ore c’è la prova?

Katiuscia Vaselli