“Basta sacrificare i bambini”, a Siena monta la protesta contro la chiusura delle scuole

Oltre 320 firme in meno di 24 ore per una petizione su Change.org. Cresce a Siena la rabbia dei genitori dei bambini che frequentano gli asili nido e le scuole d’infanzia ed elementari nel Comune.

“Dopo un anno che viviamo in queste condizioni non accettiamo che tutto rimanga aperto e che restino chiuse solamente le scuole”. A parlare è  Francesca De Zio, una dei membri di Priorità alla scuola Siena (ramo cittadino di un gruppo strutturato a livello nazionale) che ha organizzato la protesta. “I nostri figli sono gli unici che stanno facendo un sacrificio, gli unici che devono stare a casa. Molto insegnanti ci stanno sostenendo”, prosegue.

Parole a cui fa eco quanto si legge su Change.org: “nasce quindi spontanea la frustrazione di vedere come ci si accanisca  contro un settore che costa molto e non porta profitto, trascurando quello che di negativo queste chiusure comportano sui bambini/ragazzi in primis e sulle famiglie poi. Si decide quindi di chiudere ciò che ha poco impatto da un punto di vista economico. La scuola deve essere un posto sicuro e aperto (la nostra Costituzione garantisce il diritto all’istruzione negli articoli 3 – 33 – 34), non il primo ad essere chiuso, ma l’ultimo”.

La petizione è rivolta all’amministrazione comunale di Siena e nello specifico al sindaco Luigi De Mossi. Proprio a De Mossi nel sito vengono chieste “delle spiegazioni alla luce delle decisioni prese” lo scorso venerdì 5 marzo (quando fu scelto, in condivisione con la Regione Toscana, di prorogare la chiusura degli istituti ndr.). “Il nostro obiettivo è quello di ottenere un confronto con il sindaco”, prosegue De Zio.

La mobilitazione non si è fermata solamente sul web e sui social. “Oggi, martedì 9 marzo, porteremo un disegno, un cartellone, un palloncino davanti alle varie strutture comunali – afferma De Zio-. Stiamo inoltre organizzando una manifestazione in piazza del Campo per i prossimi giorni, ovviamente ci vorrà un po’ di tempo: non vogliamo creare assembramenti e vogliamo rispettare il distanziamento sociale”.

Marco Crimi