Scorie nucleari in Valdorcia, i sindaci chiedono l’intervento dell’Unesco

“Sono partite tra ieri ed oggi le pec a firma congiunta mia e del sindaco di Castiglione d’Orcia Claudio Galletti come siti Unesco Pienza e Valdorcia per chiedere l’intervento dell’Unesco in sede di osservazioni contro la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi tra Pienza e Trequanda, indirizzate ad Associazione italiana siti Unesco, Delegazione italiana Unesco a Parigi e Sede centrale Unesco di Parigi”. E’ quanto riferisce il sindaco di Pienza Manolo Garosi.

Sul tema del sito di scorie nucleari “oggi si riunisce il gruppo di lavoro a Montepulciano tra Comune di Trequanda e Pienza, Unione dei Comuni Valdichiana e i tecnici comunali e dell’Unione – annuncia il primo cittadino di Pienza-. Presentate nel consiglio regionale del 12 Gennaio due Mozioni al riguardo, una a firma consiglieri PD e una a firma del consigliere Scaramelli di Italia Viva. Spero che a livello locale si riesca a presentare una sola mozione unita da votare all’unanimità contro questo intervento dannoso per le nostre terre”.

Sul possibile deposito di rifiuti radioattivi è intervenuta anche la locale Confcommercio che ha reso nota la sua posizione sull’argomento. ““La nostra Associazione, le imprese che ne fanno parte e tutte le persone che vivono e amano questo territorio, mai potranno accettare che venga rovinato, nella sostanza e nell’immagine, un patrimonio e soprattutto la vita delle persone che lo abitano”.Si legge in un comunicato. “Leggere che è stato individuato un sito per depositare scorie radioattive in provincia di Siena lascia increduli e sbigottiti – osserva il direttore Daniele Pracchia – Non si comprende quale mente possa aver concepito un simile abominio; sicuramente qualcuno che non si è preoccupato di capire la natura del territorio preso in considerazione . Una provincia carbon free da anni, un territorio apprezzato e conosciuto in tutto il mondo per la sua bellezza, i suoi centri pieni di storia, i suoi prodotti di eccellenza. Un territorio dove, prima del Covid – continua-, e sicuramente anche dopo, quando la pandemia potrà essere solo un brutto ricordo, i flussi turistici sono dettati proprio dai valori sopra richiamati, frutto del lavoro di generazioni che lo hanno modellato a rispettato. Questo rappresenta la Val d’Orcia e non solo”

“Non c’è che dire, chi ha avuto questa pensata merita il premio Nobel dell’ignoranza, perché solo questo può spiegare l’elaborazione di una proposta aberrante come questa – sottolinea Pracchia”.