Robur, Maddaloni si presenta: “La squadra ha potenzialità inespresse. Il mio gioco? Aggressività e dominio delle situazioni”

L’uomo del giorno è sicuramente Massimiliano Maddaloni, il nuovo allenatore della Robur che oggi si è presentato alla stampa e alla città con una conferenza. A presentare l’allenatore è stato il direttore sportivo dei bianconeri, Giorgio Perinetti, affiancato dalle massime cariche: Alessandro Belli e Armen Gazaryan, rispettivamente vicepresidente e presidente del Siena.

“Gilardino ha profuso tutte le sue energie – ha spiegato Perinetti – per cercare di ottenere i migliori risultati. Noi abbiamo deciso di cambiare perché vorremmo crescere, dando ai nostri giocatori più conoscenze e basi per un’ottimizzazione del risultato immediato e per creare una base duratura e ambiziosa”. “Orientarsi nelle scelte non è mai facile – prosegue il direttore sportivo – e ho pensato a chi poteva aiutarci. Maddaloni ha maturato esperienze importanti all’estero, con personaggi del calibro di Marcello Lippi, si è confrontato ed ha giocato con e contro grandi giocatori e grandi allenatori”.

Al termine dell’intervento del direttore sportivo Perinetti, è proprio Maddaloni a prendere la parola. “Innanzitutto – spiega il tecnico – io questa squadra l’ho vista già tre volte: contro la Pistoiese, a Fermo e col Pescara”. “Mi sono fatto l’idea – prosegue – che questa squadra ha dei valori importanti. Forse ci sono un paio di squadre, come Reggiana e Cesena, un po’ più avanti, ma il Siena se la può giocare con tutti. Noi vogliamo creare dei presupposti in cui la squadra crei una sua consapevolezza e voglia imporre la propria mentalità e la voglia di giocarsela con tutti”. “Sicuramente partiamo – prosegue – da una situazione importante. Questa squadra ha delle potenzialità che in questo momento sono rimaste un po’ inespresse”.

“Nel mio dna sono un allenatore – dice ancora il nuovo allenatore bianconero – e non mi piace sentirmi dire che non ho allenato negli ultimi dieci anni perché sarebbe come dire che ho interrotto il mio percorso di formazione”. “Nel mio periodo cinese, Marcello Lippi, – spiega – oltre a farsi affiancare con la nazionale maggiore, mi aveva dato il compito di capo allenatore dell’Under 23 e dell’Under 20 della Cina. Dal canto mio c’è la massima predisposizione a lavorare coi giovani”. “Io non ero un viceallenatore – spiega poi -, vi posso dire che negli ultimi tre anni Lippi aveva firmato un contratto e poi stava a casa perché ero io a lavorare sul campo”.

Sui principi di gioco che intende esprimere, Maddaloni dice: “Il calcio a volte sono solo numeri e situazioni. Io posso dire che a me piace una squadra che in fase di non possesso abbia la capacità di aggredire l’avversario e che abbia la personalità di attaccare l’avversario come dice lei. Voglio una squadra che invece, quando ha la palla, sappia gestire le situazioni e che abbia il dominio e la capacità di imporre la propria mentalità”.

“Io credo che in questo momento – conclude Maddaloni – il Siena abbia una rosa adeguata alla categoria. Poi è giusto che io inizi ad allenare questi ragazzi, perché a volta bisogna andare in campo e lavorare per rendersi conto di alcune cose. Nei numeri questa squadra non stava facendo male: noi partiamo da una base e noi da lì cercheremo di migliorare alcuni aspetti: non ci sarà alcuna rivoluzione. Infatti, nello staff abbiamo voluto persone che erano già qui per dare una mano a capire tante situazioni e lavorare al meglio”.

GG
EG