Reato di tortura nel carcere di Ranza, Sofia Ciuffoletti: “La voce dei detenuti va ascoltata”

Torna tra le pagine di cronaca giudiziaria un fatto che risale allo scorso 2018. Cinque agenti della polizia penitenziaria del carcere di Ranza sono stati rinviati a processo dal gup Roberta Malavasi con vari capi di imputazione, tra cui quello di tortura, per aver picchiato un detenuto. Il fatto fece già clamore all’epoca, tanto da meritarsi anche la visita dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Questa sera ne abbiamo parlato insieme a Sofia Ciuffoletti, direttrice de L’altro diritto e garante dei detenuti del Comune di San Gimignano.

“Credo che la rilevanza della procudera che si è attivata con un’istruttoria condotta dalla pm Valentini Magnini, quella procedura è lo snodo centrale dell’idea dello stato di diritto e ci fa pensare che lo stato di diritto entri in carcere, finalmente. Mi è stato detto, una volta, che in Italia abbiamo pochi casi di discriminazioni. é vero, ma è vero perché moltissime persone non denunciano, rendendo tutto più difficile. Il punto non è tanto pensare che se questi fatti non emergono, non ci sono, il punto centrale sta nel fatto che dobbiamo indagare sul fatto, sul perché questi fatti non vengono denunciati”.

Di seguito la video intervista completa.