Rappuoli: “Entro la fine del 2021 pandemia sotto controllo ma non tiriamo troppo la corda o si spezza”

“Quanto ci vorrà a fare i vaccini? Questa era la domanda più frequente durante i primi mesi di pandemia. Ebbene, abbiamo battuto tutti i record, a differenza delle aspettative, siamo riusciti a produrre vaccini in 10 mesi”.

Queste, le parole di Rino Rappuoli, Chief di Gsk, a margine del convegno virtuale proposto dagli organizzatori di Wine&Siena. Proprio dal padre dei vaccini arriva un messaggio di speranza: “Entro la fine dell’anno avremo controllato la pandemia”.

“Abbiamo fatto progressi, dal punto di vista tecnologico, che ci hanno permesso di avere a disposizione dei vaccini e una cura contro il Covid-19 – continua Rappuoli -.  Tutti adesso vorremmo avere a disposizione una dose di vaccino, non è una tragedia, i ritardi sono da preventivare. Non disperiamo, prima o poi avremo dosi a sufficienza per tutti. Ciò che ci preoccupa sono le nuove varianti, la sudafricana per esempio che sembra essere resistente ad alcuni vaccini. Nonostante tutto, il mondo della scienza continua incessantemente a lavorare per trovare soluzioni per far fronte alle nuove varianti. Entro il 2021 saremo in grado di controllare la pandemia”.

Ma la tecnolgia e la scienza non possono essere la panacea di tutti i mali. Secondo Rappuoli, infatti, una volta usciti da questo terribile momento, dovremo riconsiderare la definizione di ‘vita normale’. La pandemia è stata la chiara dimostrazione che la vita che stavamo conducendo, la nostra normalità, non era più sostenibile. Il concetto di normalità, una volt usciti, non esisterà più. Dovremo ricostruirci la nostra quotidianità.

“La normalità non potrà mai essere quella di prima, la pandemia ci ha fatto capire che il ritmo di vita che stavamo conducendo non era più sostenibile. – conclude Rappuoli -. Il Covid-19 è stato un chiaro messaggio: non stavamo rispettando il nostro ambiente. Adesso dovremo ripartire, ricostruire la nostra normalità con uno sguardo all’ecosostenibilità. Rispettiamo noi e la terra in cui viviamo e non dovremo più combattere con atre pandemie”

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