Rapinano anziana, in carcere giovani senesi

Sembra sia diventata una moda prendersela con gli anziani e che ormai il delinquere abbia perso in ogni circostanza un qualsivoglia risvolto etico o quegli aspetti di ribellione al sistema che possano fungere da paravento alla sostanziale espressione di bassi istinti predatori. È facile prendersela con gli anziani ed il risultato è sempre garantito. Anzi, quasi sempre garantito, perché vi sono delle circostanze nelle quali il vecchietto sa reagire, come quel signore che giusto ieri, nel momento in cui si tentava nei suoi confronti la truffa dello specchietto, reagiva alla richiesta di denaro per un presunto danneggiamento, affermando di voler richiedere l’assistenza dei carabinieri, inducendo in tal modo il malfattore a desistere, o come nel caso di ieri sera, quando tre giovani senesi si lanciavano nel rincorrere due malandrini, un maggiorenne e un minorenne che avevano scippato della borsa una povera ottantenne, facendola ruzzolare a terra per quattro soldi. Una ragazza interveniva a soccorrerla, mentre gli uomini chiamavano il 112 dei carabinieri e si lanciavano all’inseguimento. In realtà era stato il maggiorenne di 20 anni a indurre allo scippo il minorenne di 17 anni, entrambi nati e cresciuti a Siena e incensurati e poi erano scappati all’unisono in direzioni diverse. Il maggiorenne Paolo P. aveva poi ritenuto di non aver commesso lui la marachella e si era consegnato agli inseguitori e ai carabinieri del radiomobile di Siena nel frattempo intervenuti. Per scaricare definitivamente le proprie responsabilità aveva quindi “venduto” il giovane socio Carlo S., accusandolo di quel brutto comportamento, chiamandolo al telefonino affinché si consegnasse, restituisse il maltolto e chiedesse venia alla signora. Questo, secondo il suo personale codice, avrebbe estinto il reato di rapina in una sorta di ravvedimento attuoso ai limiti della santità. Trattandosi di malfattori inesperti non conoscevano il concetto del negare sempre, tanto cari ai delinquenti incalliti.

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Così il ragazzetto si consegnava ma, pensando che in tutto questo trambusto qualcosa ci dovesse comunque guadagnare, tratteneva a se 50 euro come compenso per la fatica di correre. Una volta controllata la propria borsa, la vittima si rendeva però conto dell’ammanco e lo precisava ai militari dell’Arma, che rinvenivano la banconota addosso al minore, il quale poi, a fronte della debacle totale della disaccorta iniziativa, riteneva di dover confessare la sottrazione, nella speranza di potersela cavare a buon mercato. L’anziana signora, vittima del reato, raccontava poi a verbale di essere giunta a Porta Romana a bordo del pollicino, per percorrere poi via dell’Oliviera e via dei Pispini fino a Porta Pispini. Nel passare vicino alla fontana del Nicchio si rendeva conto di essere seguita da un giovane alto, snello, che indossava una felpa aperta di colore vinaccia. L’avrebbe seguita sino a strada di Santa Eugenia. Il cuore le batteva forte, ma non pensava di entrare in un bar e chiamare soccorso, non era sicura che quel giovane avesse cattive intenzioni. Contrariamente alle migliori previsioni, era invece quel giovane a strapparle poco dopo la borsa e a farla cadere per le terre. Fortunatamente non batteva la testa e poteva ben osservare quel personaggio in fuga che riconosceva poi nella caserma di Viale Bracci. I due venivano riconosciuti anche dai primi inseguitori che consentivano la cattura da parte dei carabinieri. Questi ultimi non si intenerivano per l’esibito pentimento dei due giovani, entrambi venivano arrestati per rapina. Il minorenne veniva tradotto al carcere minorile ”Meucci” di Firenze, il maggiorenne finiva alla casa circondariale di Siena. Entrambi avranno tempo e modo di riflettere su quello che hanno combinato.