Prove di mobilitazione per l’agricoltura senese. Gli agricoltori insorgono a causa dell’inarrestabile devastazione dei predatori

Emergenza predatori a Siena: ultimatum del mondo agricolo. Fuori controllo in molte aree della provincia di Siena dove da anni si sta assistendo ad una vera e propria invasione, lupi o cani inselvatichiti, cinghiali, caprioli, cervi, ma anche piccioni e storni, che si sono progressivamente moltiplicati impadronendosi delle campagne e dei boschi tanto da rendere impossibile l’attività agricola e forestale. La presenza di animali predatori fuori controllo, costringe le imprese agricole ad abbandonare la coltivazione dei terreni con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della manutenzione del territorio e del paesaggio. I casi di avvistamenti e presenze, nel senese, si sprecano: dalla Val di Merse, al Chianti, passando per la Val d’Orcia dove i cinghiali “passeggiano” lungo la via Francigena fino quasi ai pressi dell’ingresso del casello autostradale A1 di Chiusi-Chianciano Terme e lungo la Siena-Bettolle, dove gli agricoltori, ma anche cittadini, sono costretti a subire quasi quotidianamente la loro invadenza. Un’emergenza che accomuna il senese alle altre zone della Toscana, nonostante il numero di prelevamenti sia aumentato nei territori interessati e alle Provincie sia stata garantita “autonomia” nella gestione di eventuali emergenze.

“La provincia di Siena – sottolinea Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena – è purtroppo in linea con il triste record regionale che vede la Toscana, prima in Europa, per il più alto tasso di densità di ungulati. E’ un problema che travalica la questione puramente agricola: ormai riguarda l’intera comunità. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza: in 10 anni il numero dei cinghiali, come dei caprioli, dei lupi o cani inselvatichiti, ha assunto una dimensione non più sostenibile dal territorio”. Ma non è solo una questione di ortaggi, cereali, frutteti, oliveti e soprattutto di allevamento di ovini che progressivamente vengono attaccati, vanificando investimenti, lavoro e sacrifici. È anche una questione di sicurezza stradale, sociale e sanitaria. Scavano, distruggono e contribuiscono all’instabilità dei terreni concorrendo alla creazione di smottamenti e frane, minacciando involontariamente un già fragile equilibrio idrogeologico.

Scaturisce da tutta questa serie di considerazioni, unite all’esasperazione di centinaia di agricoltori in tutta la provincia, l’azione di Coldiretti Siena intenzionata a riportare il tema “animali predatori” al centro del dibattito provinciale. Nel mirino della principale organizzazione agricola, il dibattito attorno al Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) che dovrà contenere gli indirizzi per la gestione faunistico venatoria disegnando di fatto tutte quelle che saranno le azioni, a livello locale, necessarie per riportare la popolazione degli ungulati e dei lupi o cani inselvatichiti ad un livello di sostenibilità. L’azione, decisa all’unanimità dal Consiglio Provinciale di Coldiretti Siena coinvolgerà,  giovedì 17 novembre, tutti i soci dell’associazione, che si riuniranno, in seduta straordinaria, per incontrare l’assessore all’agricoltura della Provincia di Siena Anna Maria Betti e i rappresentanti delle amministrazioni locali. “L’obiettivo è la densità zero e lo smaltimento in azienda degli animali morti a causa degli attacchi dei predatori –  dichiara Ligas  – è urgente garantire efficaci interventi di controllo e prelevamento nelle aree non vocate e la celere individuazione di aree idonee all’interramento delle carcasse per interrompere il circolo vizioso per l’allevatore, di subire oltre alla perdita dell’animale e quindi di produttività, anche il costo per lo smaltimento che talvolta arriva addirittura a superare il valore dell’animale vivo, ovvero oscilla da 120 a 200 euro a capo”. In occasione degli incontri sarà illustrato e consegnato il documento con cui Coldiretti chiederà “misure ed interventi d’urgenza per far fronte all’emergenza”.