Potere al popolo si presenta, Cremaschi: “Liberiamo il campo dalla destra”

“La nostra è una battaglia di liberazione del nostro campo politico dagli occupanti di destra”, così Giorgio Cremaschi, membro dell’esecutivo nazionale di Potere al popolo, nonché ex portavoce nazionale del partito, nel presentare la candidata alle prossime suppletive, Elena Golini. “Noi non ci possiamo sentire minacciati da un candidato come Enrico Letta, che, a tutti gli effetti, è un politico di destra. Letta ha governato con Berlusconi, ora governa con Draghi e Salvini, non capisco proprio in cosa sia di sinistra”. “Dobbiamo ricordare – continua l’ex sindacalista – che in Italia ci sono due destre: quella di Lega e Fratelli di Italia e quella di Letta e Draghi. Il nostro campo politico è occupato da un notabilato di democristiani di destra e che sarebbero stati di destra anche ai tempi della Dc”.

Sulle prossime elezioni Cremaschi dice: “Se noi entriamo anche con un solo deputato dentro il Parlamento, sappiamo che le cose cambiano”. “Se noi oggi andiamo a votare – continua l’ex portavoce di Pap – è perché Padoan è entrato dentro Unicredit, cioè la banca sta acquisendo Mps”. “Una simile situazione – chiosa Cremaschi – nasce dalla commistione enorme che c’è tra politica ed affari”

Elena Golini, colei che vorrebbe entrare in Parlamento proprio coi voti di Potere al popolo dichiara: “Centrodestra e centrosinistra sono impegnate in una finta battaglia sul territorio, ma entrambe le forze sono schierate col governo Draghi”. “Noi ci proponiamo – spiega Golini – come alternativa vera, credibile, coerente e reale a questa situazione politica”. La candidata conclude sulla presenza di Marco Rizzo, ufficializzata questa mattina: “Di sicuro la sua presenza potrebbe essere attrattiva per tante persone che ancora si riconoscono negli ideali comunisti. Quello che a me non piace del Partito comunista è che è rimasto un partito rigido e legato a logiche del passato. Il nostro è un movimento nato dall’aggregazione di forze diverse e che cerca di attrarre voti non solo di comunisti ma anche di tanti delusi dalla politica tradizionale”.

Emanuele Giorgi