Covid, movida e locali: a Siena opinioni contrastanti

Reazioni diverse, quasi opposte, quando si esprime  un giudizio sul nuovo Dpcm del governo Conte. Qualcuno come Marco Cioni, della Fipe Confcommercio e titolare del ristorante Il Sasso, si ritiene comunque parzialmente soddisfatto, “visto quello che ci aspettava non è andata così male a chi ha un ristorante: l’orario a mezzanotte non cambia la modalità di lavoro”, gli fanno eco dal Bocconcino “la paura è che ci sia un nuovo Dpcm che ci faccia chiudere prima, quello sarebbe un problema e una bella ripercussione, anche se per adesso la mia attività non viene penalizzata” .

Altri come Silvia Milani del San Paolo Pub, si sentono “presi in giro”, perchè “ci sembra impossibile avere questa punizione. Oltretutto i locali riescono a mettere a distanza le persone. Adesso ci sentiamo con le gambe tagliate“.

Sono questi i commenti di chi ha un bar e un ristorante a Siena. La misura lo ricordiamo, stabilisce che le attività dei servizi di ristorazione  sono consentite dalle 5 fino alle 24 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo. Se il locale non ha a disposizione dei tavoli deve chiudere alle 18. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio o da asporto.

“Lunedì a Siena c’è stato il vuoto, la gente ha paura e si blocca in casa”, spiegano dal Te ke voi?, “la salute prima di tutto, per noi è al primo posto. Bisogna essere tutti responsabili per evitare meno lockdown possibili”.

Le critiche maggiori arrivano da chi possiede un bar, “non è un provvedimento positivo, io non posso dare il servizio di prima ed il lavoro è calato. Ora non si può servire dalle 18 al bancone, ma dobbiamo servire ai tavoli creando un obbligo al cliente”, dice Irene Pagliai. Non solo, a preoccupare c’è anche la possibile stretta sulla movida con l’eventuale chiusura di vie e piazze, a partire dalle 21, se troppo frequentate e dunque luoghi di assembramento.

Sebbene il sindaco Luigi de Mossi abbia lasciato intendere di non voler adottare restrizioni, ” se si chiudesse una zona come Piazza del Campo il danno sarebbe enorme”, commentano dal bar gelateria Il Camerlengo, “stiamo vivendo senza sapere come reagire”. Infine sull’invito fatto da De Mossi agli esercenti di aiutare le forze dell’ordine segnalando eventuali problemi Palmino Fargnoli, della Bottega Del Caffè chiarisce che “da quando abbiamo riaperto cerchiamo di controllare tutto”, ma anche che “non possiamo sostituirci alla polizia”.

Marco Crimi

Gennaro Groppa