Nero che più nero non si può: arrivano i carabinieri, locale chiuso

Avevano avuto delle avvisaglie di un possibile controllo, i titolari di un noto ristorante a pochi chilometri da Siena, ma non avevano dato peso alla questione. Quattro dipendenti si erano rivolti ai Carabinieri asserendo: “Non soltanto ci hanno assunto in nero, ora non ci vogliono nemmeno pagare!”.

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I militari erano giunti al ristorante ed avevano riappacificato gli animi, dietro una promessa di pagamento, ma non poteva finire li, era necessario l’intervento di un organo tecnico: il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro. Così, dopo due giorni veniva compiuto un accesso ispettivo ben più pregnante e, nonostante le avvisaglie, i titolari non si erano nemmeno preoccupati di coprire in qualche modo la realtà. Su nove persone impiegate in quel momento a curare i 40 avventori della sera, ben cinque erano state assunte in nero, totalmente in nero, senza nemmeno l’ombra di un contratto. I primi quattro che avevano protestato erano andati via ed erano stati facilmente avvicendati. Fra i lavoratori in nero vi erano storie diverse, tutti avevano precedenti a vario livello nel ramo della ristorazione ed età ormai mature. Dopo i cinquant’anni è difficile rifarsi una vita, se il tuo vecchio ristorante è fallito e non sei in condizioni di riaprirne un altro, oppure se vieni dal sud e la tua piccola impresa ha perso tutti clienti, o se addirittura hai girato moltissimi locali come cameriere e di questi esercizi pubblici pochi sono sopravvissuti.

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Magari sei stato anche abituato a essere pagato in nero, per qualche euro in più, pregando per la salute, perché la pensione non arriverà mai o sarà miserrima. Non puoi guardare tanto per il sottile, devi chiudere gli occhi e lavorare per rimediare la pagnotta. Se, per chi ha dovuto sottostare a pessime condizioni di lavoro, per stato di necessità, non possono essere previste sanzioni, che aggraverebbero ulteriormente le sue condizioni, diversa è la storia per chi approfitta di queste difficoltà. Non vi sono reati, il mancato pagamento dei contributi assicurativi e previdenziali non costituisce più reato ma illecito amministrativo. Per ogni lavoratore assunto in nero, quegli imprenditori dovranno pagare una sanzione pecuniaria amministrativa di 1500 euro, più 2000 per la sospensione dell’attività, immediatamente notificata dai Carabinieri dell’Ispettorato del lavoro. I conti sono presto fatti, sono 9500 euro complessivi. Se nel giro di tre mesi non verrà pagata questa sanzione minima, essa si triplicherà e saranno grane.