Nel Senese a dicembre 660 nuove assunzioni, 2800 quelle previste fino a febbraio 2021

Made in Siena, aumentano le esportazioni nell'ultimo trimestre del 2015

Calo delle assunzioni del 31% – 300 in meno – rispetto a novembre 2020, 41% rispetto allo stesso periodo di un anno fa – 460 in meno in termini assoluti-. Sono le analisi dei programmi occupazionali delle imprese della provincia di Siena per il periodo di dicembre 2020 condotte da Excelsior per la Camera di commercio Siena – Arezzo. Sono 660 le assunzioni programmate dalle imprese della provincia di Siena nel mese di dicembre mentre saranno 2.800 quelli previste per il trimestre dicembre 2020-febbraio 2021-. “Il rapporto segnala la crescente difficoltà che stanno subendo le entrate previste dalle imprese per le restrizioni imposte a diverse attività economiche con lo scopo di fronteggiare la seconda ondata pandemica”, commenta il presidente della Camera di Commercio di Siena – Arezzo Massimo Guasconi.

“Scende, infatti, anche la quota di imprese che programmano assunzioni che adesso si attestano sul 7%, in calo di 4 punti percentuali rispetto al dicembre dello scorso anno. Tornando alle entrate programmate , come era prevedibile , la flessione appare più marcata nel comparto dei servizi (che comprende anche il commercio) con una media del -44,7%, mentre nel manifatturiero è di oltre undici punti percentuali più bassa (-33,3%). Ma sono soprattutto i servizi di ristorazione quelli turistici a far registrare una contrazione particolarmente pronunciata: le entrate di lavoratori dovrebbero diminuire infatti del 58% rispetto allo scorso anno. Per tutti i settori una prima, positiva, inversione di tendenza potrà certamente arrivare con gli interventi previsti nei decreti Ristori ter e quater, ma è evidente che solo la piena operatività della campagna di vaccinazione anti Covid -19 e la conseguente ripresa della mobilità interna e di quella internazionale potranno ridare slancio ai settori maggiormente colpiti”, prosegue l’analisi di Massimo Guasconi.

Nel 24% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 76% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).Le entrate previste si concentreranno per il 64% nel settore dei servizi (420 in valore assoluto) e per il restante 36% nel manifatturiero (240).

Entrambi i comparti evidenziano un calo della domanda di lavoro rispetto al dicembre dello scorso anno, più consistente nei servizi (-45%) rispetto al manifatturiero (-33%).All’interno del manifatturiero, al comparto industriale sono riferibili il 27,3% delle assunzioni mentre il restante 9,1% è riconducibile alle costruzioni. Nei servizi il commercio ha una quota sul totale delle assunzioni provinciali del 13.6%, i servizi di alloggio, ristorazione e turistici il 18,2%, i servizi alle impese il 21,2% ed infine i servizi alla persona il 10,6%.

Le figure professionali più ricercate sono “Cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici” (15,2% del totale), “Commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso” (9,1%), “Operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie della moda” (7,6%) ed “Operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici” (9%).

Rispetto al dicembre del 2019 non cambiano molto le preferenze delle aziende per quanto riguarda i titoli di studio: le richieste di laureati rappresentano l’11,6% del totale (nel 2019 erano l’11,5%), i diplomati sono i più richiesti e rappresentano il 33,9% delle entrate previste (34,6% nel 2019), le qualifiche professionali scendono dal 29,6% del dicembre 2019 al 21,7% di quest’anno, ed infine le figure professionali per le quali non è previsto uno specifico titolo di studio si attestano al 32,7%, in crescita rispetto al 24,3% dello scorso anno.

“L’incertezza del quadro economico – sottolinea Marco Randellini, Segretario Generale dell’Ente- sta pesantemente condizionando il mercato del lavoro della nostra provincia. Una situazione estremamente preoccupante, che potrebbe aggravarsi con la fine del blocco dei licenziamenti previsto per il prossimo marzo. In questo scenario quindi acquisiscono un ruolo determinante gli interventi nazionali e quelli europei per supportare il nostro sistema economico. Oltre a quelli destinati a sostenere le imprese maggiormente in difficoltà, sono gli interventi per la green economy e per la digitalizzazione delle imprese quelli che potranno risultare strategici dal punto di vista occupazionale”.

“Nei prossimi cinque anni infatti il mercato del lavoro italiano richiederà, come riportano le previsioni a medio termine (2020-2024) del Sistema informativo Excelsior, 1,6 milioni di lavoratori che possano sviluppare soluzioni e strategie ecosostenibili e 1,5 milioni di lavoratori con un elevato grado di competenze digitali. Come Camera di Commercio, accanto agli interventi complessivi di sostegno al nostro sistema imprenditoriale, stiamo cercando proprio di favorire la crescita delle competenze professionali nella sostenibilità e nella digitalizzazione- conclude-. E questo attraverso, ad esempio, i contributi messi a disposizione delle imprese con i bandi per la digitalizzazione e per la certificazione o attraverso il sostegno alle attività del Polo Universitario per la formazione universitaria e per quella di alta specializzazione necessaria alla creazione di profili professionali con competenze green o digitali.”