Mps, la preoccupazione di First Cisl: “Una fusione con Unicredit metterebbe fine alla storia della Banca”

Dopo l’approvazione del nuovo piano strategico 2021-2025 arriva la nota stampa di First Cisl che si dice preoccupato di un piano che riassume incertezza e non pone alcun obiettivo a tutela delle  lavoratrici e dei lavoratori. “Una eventuale fusione con Unicredit metterebbe fine alla storia secolari del Monte dei Paschi, oltre a danneggiare il suo ruolo sociale”, tuona il sindacato.

“Preoccupazione per l’incertezza sulle sorti della propria azienda in considerazione delle continue notizie di stampa nonché delle dichiarazioni e esternazioni di una parte della politica sull’argomento; impostazione che non dimostra di volere il bene della Banca andando verso una sola direzione apparentemente obbligata senza lasciare intravedere spazi alternativi che potrebbero prefigurare soluzioni meno penalizzanti e più garantiste per l’integrità di MPS, delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori”. E’ quanto espresso con un documento approvato all’unanimità dal direttivo First Cisl della Sas di Complesso della Banca e Gruppo Mps, riunito oggi in modalità on-line.

“Alla luce del nuovo Piano strategico 2021/2025, i cui dettagli non sono ancora del tutto chiari e conosciuti – si legge nel documento – il direttivo si augura che l’interlocuzione con il Mef e successivamente con la DG Comp definisca con urgenza le linee programmatiche, necessarie anche al confronto proficuo con le organizzazioni sindacali aziendali, tenendo conto della crisi pandemica che stiamo attraversando e che consenta al Mps di proseguire autonomamente il cammino di risanamento con la presenza dello Stato in qualità di socio di maggioranza”. “Il direttivo auspica altresì che la politica, in tutte le sue espressioni, si faccia interprete con l’Europa della necessità di mantenere Mps come polo creditizio pubblico, ancora di più necessario in questa fase di ripartenza del Paese Italia, ma anche come supporto ai cittadini e contribuenti nell’ottenere le risorse che lo Stato sta predisponendo con i ristorni.

“A tal proposito il direttivo – spiegano ancora dalla First Cisl della Sas di Complesso della Banca e Gruppo Mps – chiede un forte impegno e segnale a tutti i livelli della nostra Federazione e Confederazione perché una eventuale e paventata fusione con Unicredit non solo porrebbe fine alla storia secolare della Banca più antica del mondo, creando forti ricadute occupazionali con un numero drammaticamente più pesante rispetto agli annunciati 2670 del nuovo piano, ma metterebbe anche fine a quel ruolo sociale che la Banca ha avuto in tutti questi anni di crisi economica rimanendo a fianco delle imprese e delle famiglie mentre altri si disimpegnavano. Il Direttivo ribadisce la necessità, una volta fissate le condizioni, di una forte interlocuzione e confronto con la controparte, unitariamente alle altre organizzazioni sindacali con un obiettivo comune e saldamente univoco, affinché il nuovo piano risulti concretamente il primo passo per il rilancio della nostra Banca e sia socialmente sostenibile per le lavoratrici e lavoratori del Mps riconoscendo loro la professionalità e l’attaccamento sempre dimostrato alla luce dei pesanti sacrifici sostenuti dal 2012 in poi”.