Medici di base, il ministro della salute annuncia un decreto: 235 milioni di euro di investimenti

Oltre 230 milioni di euro per la diagnostica da parte dei medici di base, questo l’annuncio del ministro della salute Speranza durante l’incontro con  il sindaco di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti. Al Ministero della Salute Carletti ha portato la voce dei piccoli Comuni alle prese con la necessità di garantire servizi medici adeguati, a partire dai medici di famiglia. L’occasione era l’evento conclusivo del tour “#adessoBasta”, condotto in camper in varie parti d’Italia per sensibilizzare sui servizi sanitari di base.

Si tratta di un risultato auspicato dall’associazione nazionale Fimmg, che ha organizzato l’iniziativa. Al tavolo dei relatori anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, l’assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, il presidente dell’Istituto superiore della Sanità Silvio Brusaferro e quello del comitato di settore Regioni-Sanità Sergio Venturi, il segretario generale di Cittadinanza attiva Antonio Gaudioso e il segretario generale nazionale Fimmg Silvestro Scotti. A condurre è stato chiamato Franco Di Mare, noto giornalista Rai. Dopo 8mila  chilometri e 35 Comuni visitati, con  500mila abitanti raggiunti grazie alle campagne di affissione promosse sui social e alle affissioni locali, la campagna“#adessoBasta” è servita a sensibilizzare sulla necessità dei medici di acquisire personale e quanto necessario per offrire servizi e una serie di esami, puntare sulla telemedicina per rendere i normali ambulatori competitivi rispetto alla corsa all’ospedale. Tale opportunità diventa dirimente, se pensiamo a chi vive lontano dai grandi centri.

Agnese Carletti ha descritto i problemi di una parte consistente d’Italia che si trova ai margini di servizi fondamentali: quasi seimila Comuni sono sotto i cinquemila abitanti, e rappresentano circa il 70% dei cittadini italiani. Si calcola che 10 milioni di italiani si trovano a una grande distanza da un’offerta di secondo livello specialistico, e quindi richiedono mini-equipe di pronto intervento, sul luogo, per migliorare sensibilmente l’offerta del Servizio sanitario nazionale.