Maurizio Boldrini racconta la Vespa: “Figlia dell’Italia che risorge dalle ceneri della guerra””

Il 2021 è un anno importante per la Vespa: il mitico scooter targato Piaggio compie infatti 75 anni. Per l’occasione Maurizio Boldrini, professore universitario, nonché giornalista, ha riepilogato gli ultimi tre quarti di secolo di storia vespista. Boldrini, infatti, nell’ormai lontano 1995, scrisse, a quattro mani con Omar Calabrese ‘Il libro della comunicazione’, un volume edito proprio da Piaggio che ha come unico argomento la Vespa.

“Calabrese ed io fummo chiamati in un momento di svolta” esordisce così il professor Boldrini, rievocando il momento inziale del loro lavoro. “La stagione storica della Vespa -contestualizza il professore- degli anni ’50 e ’60 era ormai terminata e negli anni ’80 aveva acquisito grande notorietà il Ciao, motorino che si contraddistingueva per la grande maneggevolezza. La Vespa, al tempo, sembrava un oggetto un po’ datato. Il nostro lavoro, allora, consisteva proprio in questo: riorganizzare il grande archivio storico della Piaggio cercando di capire il motivo del primo grande successo”.

“Nel dopoguerra ci si doveva inventare nuovi mezzi di mobilità -continua Boldrini- : la Vespa non è altro che il frutto della genialità creativa dell’Italia che doveva risorgere dalle ceneri della guerra. Infatti, l’invenzione della Vespa fu proprio della famiglia Piaggio che utilizzò delle scocche di elicotteri”

Il professor Boldrini si sofferma poi sui motivi di una simile fortuna, prima a livello nazionale, e poi a livello planetario: “Tutto quello che a noi oggi ci appare frutto di un atteggiamento popolare, in realtà, era dovuto ad una grande strategia di comunicazione. Si era creata una rete di distributori, le famose agenzie, presenti in ogni città. Gli agenti della Piaggio facevano passare, poi, la loro comunicazione a livello nazionale”.  Il professor Boldrini, si dilunga anche in una digressione su un altro grande prodotto a motore italiano di quegli anni: l’Ape a 3 ruote, conosciuto anche col soprannome ‘apino’. “Negli immediati anni ’60 -spiega Boldrini- divenne il mezzo a motore più venduto nel sud est asiatico. In India aprirono fabbriche che sfornavano milioni di Ape all’anno”.

Emanuele Giorgi

(Di seguito l’intervista completa)