Mancano le ambulanze, Almi: “Occhio a dare giudizi affettati. In molti non conoscono la situazione”

“Certi cittadini non conoscono la concatenazione degli eventi. E per questo rischiano di dare dei giudizi affrettati. Ma se si fanno delle diagnosi affrettate su questa situazione si rischia di fare degli errori”

È Paolo Almi, nuovo provveditore della Misericordia di Siena, che commenta la situazione sul volontariato e sulle associazioni senesi. La questione era stata aperta da Enzo De Risi. Il medico di base, qualche giorno fa, aveva denunciato che nel territorio senese si stavano annullando  le visite perché ai pazienti non veniva garantito il trasporto con le ambulanze per l’ospedale.(link qui)

“Ciò che accade con i trasporti coinvolge tanti attori ed il meccanismo è complesso-dice Almi-. Bisogna chiedersi perché un fatto del genere accada oggi e non venti anni fa: le organizzazioni sociali e sanitarie sono cambiate radicalmente ed adesso ci sono persone, con un’età elevata, che hanno bisogno di fare più accessi nei presidi ospedalieri”

Quale è la situazione dei volontari dentro l’Arciconfraternita?

“I volontari ci sono e c’è anche un ricambio. Le persone continuano a venire ai corsi. Chiaramente se fossero di più potremo muoverci meglio sui servizi e lavoreremo di meno. Ma non possiamo lamentarci”

Lei è stato nominato provveditore qualche mese fa, quale sarà l’agenda del suo mandato?

“Sarò presente ed attento. Fortunatamente posso contare sulle persone e sui servizi. Credo che la prima cosa che dovrò fare in ogni settore dove operiamo sia quella di conoscere. Cercherò comunque di sviluppare il concetto di fratellanza dentro la Misericordia”.

Quanto sta incidendo l’aumento dei prezzi sulla vita della Misericordia?

“Vedremo la semestrale… Ma credo che ci sia da mettersi le mani nei capelli. Siamo enormemente preoccupati”

E la pandemia come ha cambiato la vostra attività?

“Da un punto di vista sanitario è cambiato molto. Ma siamo stati attenti ed alla fine nessuno dei nostri operatori è rimasto contagiato. Dopo due anni posso dire che, tra i volontari, il covid è passato in modo innocuo, anche se siamo stati sempre molto impegnati, come quando dovevamo garantire i Dpi ai nostri operatori”.

Marco Crimi