Luci ed ombre sul Vinitaly

Il 5 aprile a Verona si è conclusa la 55 edizione di Vinitaly, che ha visto la partecipazione di 93 mila presenze complessive, di cui 29600 straniere, che nei padiglioni hanno potuto incontrare ed assaggiare i vini di più di 4000 espositori.

Grazie probabilmente anche alle riaperture dei viaggi dall’Asia rispetto al 2022, abbiamo assistito ad una crescita di presenze di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che quest’anno hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati.

Grande successo c’è stato anche per gli eventi del fuori salone “Vinitaly and the City”, dedicato agli enoappassionati, quest’anno organizzato esclusivamente dalla fiera di Verona, dove si sono registrate oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) nel centro storico di Verona. Le nuove dirigenze di Verona Fiere, Maurizio Danese (AD) e Federico Bricolo (Presidente) portano avanti una linea ben precisa, secondo quanto riporta il Corriere Vinicolo, cioè quella di tenere distinta Vinitaly dalle altre due fiere internazionali: Vinexpo Paris e Prowein di Düsseldorf.

“Vinitaly – ha detto Danese- è nato e vuole continuare ad essere la vetrina del vino italiano con una proiezione internazionale, orientata però sulla valorizzazione delle nostre produzioni”. Su questa linea si colloca l’ingente investimento che la fiera fa per incrementare le presenze di operatori professionali dall’estero, con operazioni di incoming. L’idea è quella di “potenziare ulteriormente l’identità e la centralità della manifestazione – ha commentato Bricolo al Corriere del Vino- , oggi riconosciuta come brand in grado di trainare la promozione del vino italiano a livello internazionale”.

irando tra gli espositori, tuttavia, ho raccolto i pareri più discordanti tra chi era entusiasta di questa edizione e chi invece ne è rimasto deluso per la scarsa presenza di operatori, che normalmente presenziavano alla kermesse del vino italiano negli anni passati.

Bisogna considerare l’ingente investimento economico che un’azienda deve fare per partecipare. Inoltre, è stato inevitabile non notare tra i padiglioni anche l’assenza di alcuni brand importanti del mondo vinicolo, che hanno preso la decisione drastica di non partecipare alla fiera. Segno evidente di qualche cambiamento che sta avvenendo all’interno del comparto vinicolo o che le fiere vadano ripensate in un nuovo modo. In attesa della prossima edizione, prevista dal 14 al 17 aprile 2024, attendiamo di vedere quali novità porterà la nuova direzione.

Stefania Tacconi