L’Orto dei Pecci riapre, anche se il lavoro de ‘La Proposta’ non si è mai fermato

Ogni giorno che passa la pandemia fa una serie di vittime. No, non solo quelle (ahinoi!) reali rappresentate da chi non ce l’ha fatta a superare la malattia: qui ci riferiamo a quelle che sono vittime della crisi economica generata dal blocco delle attività. E se questa dimensione è drammatica per tutti, lo è anche di più per chi, nel mondo del lavoro, ci sta aggrappato con le unghie perché esso costituisce il tramite primo per continuare a far parte della società. I soggetti socialmente fragili, quelli che le cooperative sociali aiutano, attraverso il lavoro, a reinserirsi dopo percorsi di vite in salita, da questa situazione rischiano di essere travolti drammaticamente.

Alcune cooperative sociali hanno fatto i salti mortali perché gli anelli deboli della catena non si spezzassero: fra queste, ‘La Proposta’ che ha continuato in ogni modo a cercare di far lavorare i suoi dipendenti, in particolare i cosiddetti “svantaggiati”, abbandonare i quali sarebbe stata la più cocente sconfitta.

Finalmente, pare intravedersi uno spiraglio e uno dei “volani” lavorativi della cooperativa, quello della ristorazione, può provare a riaprire i cancelli che era stato costretto a chiudere nella fase più critica. Riapre il ristorante dell’Orto dei Pecci che, grazie agli spazi dei quali dispone, può offrire un ambiente in cui il distanziamento di sicurezza può essere rispettato.

Tutto dipende ora da due variabili: che Giove Pluvio non ci metta la “goccia traditrice” rendendo inutilizzabili gli spazi all’aperto, e che un nuovo Dpcm non costringa di nuovo a spegnere i fornelli.

Alla Proposta incrociano le dita e fanno goliardici scongiuri, ma, al momento, il ristorante e il suo ampio parco (quest’ultimo, forzosamente riservato ai soli clienti) sono pronti ad accogliere di nuovo chi avrà voglia di mettersi a tavola in uno degli angoli più belli di Siena.

L’appuntamento, per chi vorrà è da venerdì 5 febbraio, logicamente per il servizio del pranzo.

Purtroppo, date le norme contenute nell’ultimo decreto, gli spazi del parco sono a disposizione dei soli clienti dato che dobbiamo avere e registrare la tracciabilità di ogni persona che entra all’Orto.

Ci scusiamo per i disagi ma tutti insieme possiamo superarli e già l’immagine dei prati di nuovo vivi e vissuti è un sollievo per chi tanto si è impegnato in questi mesi affinché l’arrivo a questo fatidico venerdì (alla Proposta non sono scaramantici: “di Venere e di Marte…”) fosse possibile.

Maura Martellucci