L’omaggio di Siena a Suor Ginetta: “Ricorderemo sempre chi ha voluto bene a questa città”

“Dobbiamo ricordare chi ha voluto bene a questa città e, per 21 anni, si è sacrificata per aiutare i poveri e i meno fortunati. Suor Ginetta è una senese come noi ed i suoi gesti, fatti con basso profilo e educazione, ci hanno sempre dato un segnale importante”. Ha tenuto a ricordare anche questo, il sindaco Luigi de Mossi durante l’omaggio che tutta la cittadinanza ha voluto fare a suor Ginetta De Santi.

Qualche settimana fa, poco dopo l’annuncio del trasferimento a Livorno, è stato veramente tanto l’affetto tributato alla membra della congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo De’ Paoli e anche ieri, in una sala delle Lupe gremita di persone, non le sono stati solo donati un quadro con una foto del Duomo di Siena ed uno raffigurante Piazza del Campo, ma una manifestazione d’amore enorme come enorme è stata la sua commozione finale : “Un terzo della vita l’ho vissuto in mezzo a voi senesi. Abbiamo servito i poveri insieme – spiega una emozionata suor Ginetta -. Andrò via da qui ma voi siete entrati nel mio cuore, mi avete voluto sempre bene”.

Gli oltre 20 anni, nella chiesa di San Girolamo, dedicati con ogni energia all’aiuto dei più bisognosi non verranno mai scordati . “La presenza di suor Ginetta in questa città è stata forte, profonda, profetica – sottolinea il presidente della Fondazione Monte dei Paschi Carlo Rossi -. Nel 2004 ero vicesindaco e a lei fu data la medaglia di civica riconoscenza, già al tempo, per questa cosa, mi ricordo un grande entusiasmo”.

Un esempio ed un punto di riferimento per il territorio, questo è stata Ginetta de Santi, nella sua mensa sono stati moltissimi i poveri sfamati così come sono stati moltissimi i cittadini che l’hanno voluta aiutare, lo ricorda anche la madre superiora delle suore della chiesa di San Girolamo : “Ha servito Gesù aiutando le persone che bussavano alla nostra porta e con lei tanti volontari. La Provvidenza le ha donato la capacità di fare del bene insieme alle persone più semplici”.

Marco Crimi