Lo spettacolo di Fusaro finisce in consiglio comunale, De Mossi: “A Siena è finito il pensiero unico”

Manca un solo giorno allo spettacolo del filosofo Diego Fusaro”Bibbiano – il gender è già tra noi” ma la bufera non accenna a placarsi.Prima dell’iniziativa, che si terrà dalle 21 al Santa Maria della Scala,  Fusaro, alle 18, presenterà Il Dio mercato la Chiesa e l’Anticristo, opera del giornalista senese Antonio Socci. Lo stesso Socci presenterà il libro di Fusaro Glebalizzazione, la lotta di classe al tempo del populismo. Contemporaneamente, in piazza San Francesco, le Sardine di Siena. La spesa dell’iniziativa pari a 3mila euro sarebbe dovuta essere stata pagata attraverso il Fondo a sostegno dell’infanzia e dei minori, proprio l’uso di questo fondo ha fatto partire le prime polemiche e le dure critiche. Adesso però sono stati dei cittadini che autotassandosi hanno finanziato lo spettacolo.

Il caso ieri è arrivato anche in consiglio comunale con un’interrogazione di Alessandro Masi, Luca Micheli, Giulia Periccioli e Bruno Valentini del Pd

“Tra i vari titoli che emergono a definire l’appuntamento c’è ‘Bibbiano’ e ‘gender’ fortemente divisivi nell’opinione pubblica – afferma Masi-, anche su situazioni ancora in corso di inchiesta giudiziaria (come si legge nella stampa), e strumentalizzabili in chiave ideologica. L’azione del Comune, in quanto istituzione, deve sempre ispirarsi ai criteri di imparzialità per il buon andamento del bene comune e delle sue differenti sensibilità”

Masi ha chiesto perché si voglia impegnare l’Ente in un messaggio divisivo  e di conoscere le motivazioni del contributo economico determinato con la delibera e il perché dell’attestata attinenza al capitolo dedicato a ‘interventi di sostegno dei minori’.

“L’ interrogazione è  squisitamente politica – ha risposto il sindaco Luigi De Mossi – e non tiene conto di alcune circostanze. Primo: questa amministrazione è una amministrazione che consente a tutti di parlare. E’ finito il pensiero unico. Per troppo tempo c’è stato in questa città un pensiero unico declinato soltanto da chi aveva in quel momento  il potere in mano. Adesso siamo tornati davvero in un mondo dove ognuno può esprimere, purché non violi la legge, le proprie idee. Il significato dell’iniziativa di giovedì prossimo, che può piacere o non piacere, che può essere condivisa o non condivisa,  è la libertà di espressione. Noi non abbiamo mai vietato alcuna presentazione o spettacolo. Mai, in nessuna circostanza e in nessuna occasione, perché crediamo che per troppo tempo siano state fatte troppe diversificazioni e troppe distinzioni”.

“Vi ricordo inoltre, che per evitare ogni tipo di polemica, un gruppo di cittadini si è autotassato per recuperare i 3mila euro del costo dello spettacolo di giovedì – continua De Mossi-. La nostra delibera era un atto perfettamente legittimo e  adesso vedremo se questi soldi donati dai cittadini li spenderemo per questa iniziativa o per future iniziative, magari pensate anche insieme: maggioranza e opposizione. Ma attenzione però, il dire che non si possono affermare delle idee è una deriva pericolosa. E’ la deriva dell’odio che sta permeando questo Paese”.

“La nostra interrogazione – ha replicato Masi –  non voleva essere politica, bensì sottolineare la portata divisiva dell’iniziativa, considerato il ruolo istituzionale del Comune, dall’altra, evidenziare l’incoerenza del contributo con il capitolo denominato “interventi a sostegno dei minori”, considerata, oltretutto, l’asserita natura culturale del sostegno del Comune a questo appuntamento. La risposta ricevuta, quindi, non soddisfa le necessità e lo spirito delle domande”.