“Lettera H – La notte non finisce mai”, oltre 200 persone alla serata evento sul Mostro di Firenze

Oltre 200 persone in una sala gremita. Sarà ricordata per il grande successo di partecipazione la serata evento sul Mostro di Firenze dal nome Lettera H – La notte non finisce mai. In tantissimi sono accorsi al Caffè Letterario Le Murate, nonostante l’emergenza coronavirus, per poter vedere la presentazione di La notte non finisce mai – Viaggio intorno al mostro di Firenze – progetto di Siena News scritto a quattro mani da Andrea Ceccherini e dal direttore del giornale Katiuscia Vaselli, un libro – raccolta che ripercorre e racconta la storia del killer delle coppiette a partire dal primo duplice omicidio di Castelletti di Signa fino all’ultimo della Piazzola degli Scopeti- e di Lettera H – film di Dario Germani, prodotto da Tonino Abballe, interpretato da Marco Aceti e Giulia Todaro, pellicola già vincitrice dell’European Cinematography Awards, del Terra di Siena International Film Festival, dell’Abruzzo Horror Film Festival, del Cubo Cine Festival – .

 

Tanta affluenza all’evento di ieri sera

“Siena News si occupa della vicenda dal 2016, quello di Andrea e Katiuscia è un viaggio personale tra i luoghi dove sono accaduti i crimini, tra le persone che vivono quei luoghi e che, alla prima volta, magari sono reticenti nel raccontare le proprie testimonianze ma che se vengono convinti raccontano tutto ciò che hanno vissuto, tutti i retroscena – questo il commento dello scrittore Francesco Cappelletti, autore di numerose opere sul Mostro, al libro di Vaselli e Ceccherini-.E’un lavoro meticoloso e attento dove non ci sono sensazionalismi e scoop, dove non c’ il ‘prodotto da vendere’ ad ogni costo”. La presentazione di La notte non finisce mai è iniziata con i saluti di Andrea Ceccherini. Sono intervenuti poi Davide Cannella, scrittore e investigatore privato di Pietro Pacciani, che ha sintetizzato l’intera vicenda – gli omicidi hanno un arco temporale di quasi venti anni, dal’68 all’85- e ha parlato del suo rapporto con Pacciani.

Un momento della conferenza stampa di presentazione del libro

Il giornalista di La Repubblica Gianluca Monastra ha invece riflettuto sul rapporto che esisteva tra la stampa locale, nazionale ma anche estera e i ‘protagonisti’ della vicenda. Nell’intervento fatto da Francesco Maria Petrini, storico accademico e documentarista, c’è invece una descrizione molto dettagliata della Firenze borghese degli anni’70 terrorizzata dalla criminalità in tutte le sue sfaccettatura, dall’eversione nera degli anni di piombo al traffico di droga e armi fino ai delitti efferati di prostitute. Il giornalista del Gruppo L’Espresso Alessandro Cecioni invece ha parlato di invece di una realtà completamente diversa da quella fiorentina ma ugualmente violenta: quella della campagna toscana con la sua cultura contadina, dell’immigrazione sarda e dell’Anomima sequestri. L’argomento principe della riflessione del giornalista è stato quello della pista sarda- dall’omicidio di Barbara Locci e dell’amante Antonio Lo Bianco fino alla ordinanza-sentenza del 1989 del giudice Rotella- con un intenso focus sul suo incontro in Sardegna con uno degli indagati: Salvatore Vinci.

Gli autori del libro Andrea Ceccherini e Katiuscia Vaselli durante la conferenza

In me la notte non finisce mai è la frase che il presunto Mostro scrive in una lettera – così Katiuscia Vaselli,autrice del libro, spiega la scelta del titolo-. Siamo contenti per la tanta partecipazione e per la sala gremita, rendono merito al nostro lavoro e al film che si è collegato al progetto che stiamo portando avanti”.“Avere apprezzamenti a Firenze sul Mostro non è come averli a Siena – afferma l’altro autore Andrea Ceccherini-: a Siena puoi avere complimenti da amici e parenti, qui il pubblico era sconosciuto ma ha giudicato molto positivamente il nostro lavoro. Questa è stata la chiusura del cerchio di una prima fase, adesso se ne apre una nuova”. Il progetto non si ferma. “E’stata lanciata quella che è un’idea comune – dice Vaselli-.Il piccolo volume consegnato stasera è solo un prototipo che dovrà essere completato, il prodotto finito e completo arriverà ma non vi anticiperemo quando. Il film Lettera H sarà a breve su Amazon Prime e realizzeremo un cofanetto con libro e film”.

La seconda parte della serata è stata dedicata al lungometraggio di Dario Germani dal titolo “Lettera H”, che richiama i proiettili della pistola Calibro 22 utilizzati dal killer delle coppiette. “Il film è tratto da un mio breve fumetto, una storia di 12 pagine. – racconta lo sceneggiatore Andrea Cavaletto – Il lungometraggio non parla del mostro di Firenze, è piuttosto un thriller con elementi sovrannaturali. Abbiamo comunque deciso di introdurre elementi legati alle vicende del Mostro, il nostro obiettivo era di rendere giustizia alle vittime ponendo su di loro una grande attenzione psicologica.” La narrazione si sviluppa nella notte di una giovane coppia interpretata in maniera estremamente convincente da Marco Aceti e Giulia Todaro.

Il regista Dario Germani, lo sceneggiatore Andrea Cavaletto e il protagonista Marco Aceti

“È stato un ruolo difficile, un ruolo che mi è rimasto dentro. – spiega l’attore protagonista Marco Aceti – Inoltre girare il film per un mese, durante la notte, in un bosco freddo è stato fondamentale per portare a termine in modo credibile il percorso del mio personaggio”. La Fiat 127 gialla che richiama il delitto del 1974, non è solo la location della storia, ma è personaggio vivo e attivo, mezzo posseduto dall’orrore e dalla follia che compromette la mente del protagonista attraverso apparizioni di fantasmi di un passato che ritornano come elementi di un ciclo che non è stato ancora spezzato. L’intelligente regia di Dario Germani trascina lo spettatore insieme alla vittima in un vortice di terrore, enfatizzando la tragedia di una scomparsa così ingiusta, quanto dannatamente reale. “Abbiamo voluto raccontare la paura che esercita questa vicenda – racconta Germani – non potendo raccontare una storia che non si è mai conclusa abbiamo comunque tratto ispirazione da questi avvenimenti”. L’audace produzione di Tonino Abballe dunque è un duro colpo da assimilare con i propri tempi, lasciando spazio alla consapevolezza e al ricordo delle vittime.

 

Clelia Venturi

Marco Crimi